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Curiosity killed the blogger – A Piacenza il Museo della Merda

Museo della MerdaNo, non si tratta di un titolo d’impatto, cioè sì ma non era evitabile, avrei potuto usare degli eufemismi ma sempre di quello avrei parlato.
E poi il Museo della Merda non me lo son inventata io, esiste davvero qui in Italia e possiede grande dignità, così come il suo oggetto. Dipende sempre dal punto di vista con cui lo si indaga, giusto?
Vi esorto dunque a oltrepassare la prima gretta reazione di schifo e fastidio e ad approfondire l’argomento insieme a me andando a scoprire questo “bizzarro” museo.

Museo della MerdaPartiamo dal principio. L’azienda agricola di Castelbosco sta a una decina di km da Piacenza e, coi suoi 2.500 bovini, contribuisce alla produzione di latte per il Grana Padano. Il suo proprietario, nonché curatore del museo, Gianantonio Locatelli, ha trovato un modo del tutto ecologico di riutilizzo e trasformazione della quantità immane di sterco prodotta dagli animali. Attraverso macchinari tecnologicamente avanzati e non inquinanti, il letame viene trasformato in metano, concime per i campi, materia grezza per intonaco e mattoni per l’edilizia. Una sorta di chiusura del ciclo vitale, un ritorno alla polvere.

Museo della MerdaA corollario di questo progetto che somma biomeccanica, ecologia e arte ambientale, esiste il Museo della Merda, o The Shit Museum, che si trova al piano terra del castello tardo medievale di Castelbosco. L’esposizione, oltre a un nucleo permanente di opere dedicate alla storia della merda dalla preistoria ai giorni nostri, alterna installazioni di artisti contemporanei. David Tremlett è stato l’apripista in questo senso. Il tutto allo scopo, come dichiara Gianantonio Locatelli, di effettuare “una ricerca antropologica sulla storia della merda“.
Museo della MerdaSi parte dall’antico Egitto con lo scarabeo stercorario, simbolo, tra l’altro, del museo stesso. Poi la storia scorre estrapolando usi e significati di questo materiale. Sono ricostruiti i mattoni utilizzati in edilizia nelle culture antiche, citate opere storico-letterarie e proiettati filmati sul tema. Inoltre una sezione del museo è dedicata all’uso del biogas e alla trasformazione dello sterco in metano ed energia.
Museo della MerdaL’idea di fondo del Museo è proprio quella della trasformazione, della possibilità di “trasmutare le sostanze naturali per ristabilire un più corretto rapporto uomo-natura“.

Bene, a questo punto dovreste aver smesso di storcere il naso. Il Museo della Merda non è per niente banale e la scelta di chiamarlo in questo modo è molto semplice, come spiega l’architetto e museografo Luca Cipelletti, anch’esso coinvolto nel progetto.

Museo della MerdaSi tratta semplicemente di onestà e di chiamare le cose col proprio nome. La prova della non volgarità sta banalmente nei contenuti del museo.

A me pare un discorso più che sensato e il progetto valido e particolarmente interessante per il connubio di arte, scienza, storia e tecnologia. E, ovviamente, per i suoi risvolti ecologici.
Se volete approfondire, vi consiglio di guardare il video a fine articolo e di visitare il sito web dove potrete trovare info più dettagliate.

LINK UTILI:
Museo della Merda – Website

7 replies »

  1. Bello, però l’intestazione è molto forte e forse riduttiva nella scelta del termine, bello il castello e come lo hanno utilizzato a museo è fabbrica senza alterarlo lasciandolo com’è, mura scrostate con inserti di bande di ferro a vista.
    Insomma, un lavoro molto intelligente che meritava un nome più ampio, secondo le nuove strategie di energia alternativa

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    • Non sono d’accordo, anzi son d’accordo con loro nella volontà di affermare i contenuti.
      Per quanto riguarda il nome, come avrebbero potuto chiamarlo? Il museo della pupù? Lol ;)

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      • No, io avrei messo in rilievo tutto il processo che è alle spalle e che è da valorizzare, il termine “energia” per me rende di più , merda da l’idea di qualcosa di grezzo privo di valore, ma va bene lo stesso

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