Appunti di viaggio

Note (+ lettera) da Berchidda 2012 – Mamma ho cambiato idea: non mi “coio” (Parte Sesta)

La giornata di Ferragosto è interamente dedicata a mostri sacri, quali Fresu e Sosa prima e Antonello Salis, Paolo Angeli, Gavino Murgia e il batterista americano Hamid Drake la sera col loro progetto “Giornale di bordo”.
Il concerto che piú si imprime nella mia insaziabile  sete si jazz che pare non essersi placata, nonostante questa settimana di full immersion, è quello delle 12.
Berchidda Time in Jazz 2012 - Paolo Fresu & Omar SOsa (Chiesetta di San Michele)Nell’ambientazione campestre della minimale chiesetta di San Michele a Berchidda, sotto gli alberi che (provvidenzialmente) la circondano da una parte, si esibiscono Omar Sosa e Paolo Fresu, che in quella chiesa probabilmente ci ha pure magari fatto la prima comunione o chessò è la chiesa dove si sono felicemente sposati i suoi genitori, o se la ricorda perché ad una festa campestre ha dato il suo primo bacio ad una ragazzina di un anno più di lui che se la tirava… Ad ogni modo, se non fosse per le mie due ore di sonno, dovute alla sofferta scelta di vivere anche la notte di questa rassegna e provare sulla mia pelle le Berchidda Time in Jazz 2012 - Paolo Fresu & Omar SOsa (Chiesetta di San Michele)indescrivibili attrazioni dei dj selecter del Jazz Club, avrei potuto apprezzare appieno il propagarsi sereno delle sonorità generate dalla tromba e il piano di Fresu e Sosa. Peccato che, per uno strano (mica tanto) scherzo del destino, sia finita in piedi per tutto il concerto e mi abbiano tenuta verticale non so quali insospettabili forze, che io stessa non sospettavo di avere ancora.

Esaurita la capacità di comprensione dell’esistere, ci spingiamo verso il paese, visto che il tipico pranzo berchiddese, di cui si parla tanto da giorni Berchidda - Time in Jazz 2012e che avrei voluto sperimentare sulla mia pelle e soprattutto, a quanto mi è parso di capire, sul mio stomaco, non ci viene concesso per problemi logistici… A quanto pare non sarebbe stato facile aggiungere quel centinaio di persone che, come noi, non avevano prenotato, alle 800 previste. E che diavolo, mi dico… Qui sono abituati a tali prove di coraggio…

Sì, perché, a quanto mi hanno raccontato, a Berchidda le cose non si improvvisano, a cominciare dai matrimoni. A tal proposito, dopo aver appreso di queste usanze, mi sento di voler comunicare a mia madre, con immenso dolore e Berchidda Time in Jazz 2012senza volerla ferire nel profondo, di aver cambiato idea e di aver preso la seria decisione di rimanere “bagadia” (per usare le esatte parole del giovane morratore urlante di Jerzu). Infatti, a quanto pare, se a Berchidda ti vuoi sposare non devi mica fare le classiche partecipazioni, scartando a priori e per dispetto le persone che ti stanno sulle balle o quelle che ritieni ti possano portare sfiga… A Berchidda no… Qui sono automaticamente invitati tutti… Il paese intero, portasfiga o meno te li devi sorbire tutti. L’unico problema logistico, in questo esatto momento della storia di questo jazzato paesino, è la mancanza di un prete, da quando Don Siffredi si è dato alla macchia, per motivi che non sono ancora riuscita ad intuire, anche se questo soprannome mi ricorda qualcuno, o qualcosa…

Torniamo dunque al matrimonio. La vita degli sposi è dura, a livello organizzativo e li impegna, non solo i mesi precedenti, visto che l’unione viene preannunciata da Berchidda Time in Jazz 2012 -  Antonello Salis, Paolo Angeli, Gavino Murgia e Hamid Draketempo, a volte anni, lustri o decenni. Se, nel frattempo, i due fidanzati non rissano, si passa alla fase finale. Tutto si svolge come da manuale: la sposa si stressa a cercare l’abito suo e delle damigelle, lo sposo si stressa a reggere la sposa diventata improvvisamente psicopatica, tanto da fargli rimpiangere la dura scelta, i genitori degli sposi rischiano di ammazzarsi fra loro e/o di venire assassinati dagli sposi per le loro continue vessazioni psicologiche.

Insomma, il solito quadretto divertente e rilassante tipico di queste situazioni. In più, però, a Berchidda si affronta l’ultima settimana di fuoco. Essa è già scandita dalla tradizione, ed esattamente in questo modo:

1. lunedì: si lavorano le bottiglie (non chiedetemi cosa significa perché non so assolutamente rispondervi) e si travasa il vino;
2. martedì: prima cena dei parenti e conoscenti, tanto per riscaldare le forchette, e soprattutto i bicchieri;
3. mercoledì: si prepara il “concu” di maiale (continuo a non sapere esattamente cosa significhi, ma in questo caso, a dirla tutta, non mi va di approfondire la questione) e si invitano le persone più strette;
4. giovedì: visto che ancora non si è festeggiato, si celebra il classico addio al nubilato e celibato;
5. venerdì: se gli sposi sono sopravvissuti e soprattutto se lo hanno fatto senza grossi danni alla loro prossima relazione , si riposano. Una nuova usanza vede la frittura di calamari ed altre pietanze tutte rigorosamente dorate all’olio e leggere come un sacco di calce nello stomaco, assaporate dagli invitati, quindi dall’intero paese, mentre gli sposi fanno solo una toccata e fuga simbolica, tanto per ricordare che esistono e che la festa dell’indomani sarà in loro onore;
6. sabato:  il prete di turno arrivato da un paese a caso del circondario, vista l’assenza del già citato Don Siffredi, celebra la cerimonia ed unisce nel sacro vincolo del matrimonio i due sposini;
7. domenica: se non si finisce in una comunità di recupero o agli incontri degli alcolisti anonimi, la settimana matrimoniale non finisce con la cerimonia, bensì prevede ancora una tappa: quella della domenica con migliaia di Campari, che a Berchidda è una bevanda estremamente apprezzata. Gli sposi ovviamente sono spariti, non esistono. Ormai sono dimenticati da tutti e si prendono una giornata per contare i proventi ricavati dalle buste che gli invitati depositano per ripagare la settimana di festeggiamenti.

Detto questo, e sperando che mia madre non la prenda troppo male, anche se credo capirà dopo aver letto questa nota, una cosa mi è rimasta incastrata: la zuppa berchiddese… Sono anni che cerco di assaggiarla e non ce la faccio… Che ci sia un motivo particolare? non so, ma una cosa è certa e mi son ripromessa: l’anno prossimo ci ritento!

Don’t worry, finally I go away!
Stay JAZZED however all the year!

LINK UTILI:
Antonello Salis – Sito web
Paolo Fresu – Sito web
Omar Sosa – Sito web
Paolo Angeli – Sito web
Gavino Murgia – Sito web
Hamid Drake
Time in jazz – Sito web
Tafter – Sito web

Credits:
Foto e video di BrabsCanale Youtube

RISORSE DISPONIBILI:

7 replies »

  1. Complimenti brabbs….un vero piacere leggerti….ti seguirò oltre Berchidda ….eppoi as decisu de non ti “cojare”!!!

    Anche pammè il prete………………Rocchitu!!!
    ciau.. e il TIME in JAZZ..sia con TE

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  2. Grande, a questo punto, dopo un resoconto del genere, il prossimo jazz festival a Berchidda, mi sento costretto a vederlo!! :))

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  3. Poco buona la zuppa berchiddese,me la facevo pure a colazione,frigarindi…..ci sta benissimo col jazz…..

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