“Molte domande sulla natura umana trovano risposta nelle foto che costruisco, immagini fuori dal tempo e lontane dal qui e ora”.

D’accordo con André Breton che, nel fondare il surrealismo, motivava la necessità di questo nuovo movimento letterario ed artistico con l’ingiusta assenza del sogno e dell’inconscio nell’arte della civiltà moderna, l’artista statunitense Rodney Smith dipinge un mondo parallelo, onirico, dove la dimensione inconsapevole ed istintiva della psiche sembra fare da padrona. Il suo richiamo al grande artista René Magritte è evidente nella costruzione di ambientazioni e personaggi e, così come il pittore belga, le sue opere sembrano penetrare l’animo umano, scandagliandone la psiche ed evocando l’irrazionale, quel lato nascosto che si esprime nel sogno…

Ad aiutarlo in questo senso è l’utilizzo esclusivo del bianco e nero. La scelta è voluta perché, come spiega: “Il bianco e nero è come una struttura architettonica che rispecchia le fondamenta del nostro essere, del nostro sentire. Potremmo paragonarlo alle travi portanti di un edificio. Evoca l’essenza dell’esperienza vissuta. E questo è un aspetto di fondamentale importanza. Ma c’è di più: sul piano emotivo è, a mio parere, molto più intenso del colore. Non ne sono sicuro, ma credo che tragga la sua forza dalla nostra percettività visiva. Il colore si ferma all’apparenza delle cose. Può essere veramente bello, delicato, meraviglioso a suo modo, ma è totalmente diverso.”

Per saperne di più / Useful links:
Rodney Smith in this blog | Website | Facebook fan page