“Viaggiando alla scoperta dei paesi troverai il continente in te stesso.”
(Proverbio indiano)
I greci consideravano il viaggio un’esperienza necessaria alla crescita dei fanciulli che venivano esortati ad allontanarsi da casa per confrontarsi con altre culture. Ciò li conduceva verso la vita adulta, al loro ritorno non venivano più considerati come ingenui fanciulli ma come uomini dotati di maturità ed esperienza.
Questo concetto è presente, sempre in Grecia, per quanto riguarda i filosofi. Platone, dopo la morte del suo maestro Socrate, intraprese un lungo viaggio per riflettere e capire. Il viaggio come strumento per indagare se stessi, per acquisire conoscenze utili a una maggiore comprensione del mondo.
L’artista, a mio parere, non è da meno. Egli ha il dovere di conoscere e confrontarsi. Prendete Klimt che odiava mettere il naso fuori Vienna e che ricompensava studiando in patria. Tuttavia, solo attraverso i suoi due viaggi a Ravenna, venne colpito dall’uso dell’oro nell’arte bizantina e ne mutuò l’idea, seppur applicandola a ben altri soggetti e ambientazioni.
Si tratta di casi, un particolare che fa guizzare un’idea, un ricordo che aiuta a risolvere un problema.
Klimt si è illuminato, già usava l’oro come ornamento nelle cornici ma improvvisamente comprese quello che i suoi studi statici sui libri non gli avevano suggerito.
Io credo che sia dovere di ogni artista o presunto tale, confrontarsi, venire a contatto concretamente con altre culture e altri stili, far sì che la sua arte sia aperta e discorsiva. Ovviamente con profonda umiltà ed elasticità che credo siano caratteristiche inscindibili dall’artista stesso.
Considerazioni personali:
Tutto ciò si lega al mio viaggio a Vienna. O altrove quando è successo. Ma Vienna è stata particolarmente importante dal punto di vista artistico visto che, a parte la Secessione, Klimt e Schiele, Hundertwasser e tutto ciò che avevo già acquisito teoricamente, mi ha permesso di conoscere altre interessanti correnti come quella dell’Azionismo viennese.
O Lili Reynaud-Dewar, il cui balletto non fa altro che venirmi in mente dopo averlo visto alla Biennale di Vienna. Amore a prima vista. Ho intensamente desiderato essere lì, in quella stanza sui toni grigiastri, a vederla danzare e contorcersi nella sua primitività. Lo so, è un attimo surreale ma non ho mai negato il mio debole per il genere.
Vienna ha anche lasciato quesiti irrisolti quali il perché sui tetti dei palazzi di fronte all’albergo spuntasse un bizzarro saltatore con l’asta di latta.
Cioè chi ce l’ha messo e soprattutto perché…
Oppure il perché all’Hofburn delle strane statue rappresentassero degli esseri, che tutto erano fuorché simpatici, con la lingua (nera) fuori.
Viaggiare da sola inizialmente è stata una scelta necessaria se volevo mettere il culetto fuori casa e non nego un certo timore iniziale e ricorrente ogni 3 giorni prima di una nuova partenza. La condivisione è stata, ed è, è uno stimolo per approfondire curiosità e proporre una visione alternativa della cultura con cui mi incontro (e scontro).
A questo punto dovrei tirare fuori il pippone del viaggio come metafora della vita e la visione del ritorno come interiorizzazione delle nuove esperienze. Ma non lo farò, credo di aver riassunto tutto ciò che desideravo sottolineare. E poi quello è scontato e non devo venire a dirvelo io.
Sunto:
La creatività va alimentata, è come un bambino, va presa per mano, educata e stimolata.
Sì, “stimoli” riassume.
28 agosto 2015 – Io e Jack “sulla strada” del Ritorno:
Mi son portata “Sulla strada” di Kerouac in valigia e lo apro mentre faccio colazione in un bar del mercato. Lo so, devo essere l’unica al mondo che non l’ha ancora letto, ma credo siano i libri a scegliere il loro tempo per ognuno di noi. “On the road” ha scelto questo per me e credo non sia un caso.
Verso l’infinito e oltre! cit.
La vita senza arte non è niente! :)
ciao buon ritorno!
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Ehmmm grazie… Forse più l’arte senza il viaggio ;)
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Tutti gli artisti hanno bisogno di un percorso! crisi dopo crisi restando on the road… ;)
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Azz Vanni… questo tuo commento era finito nello spam e non chiedermi perché, chiedilo direttamente a WordPress! Comunque grazie in ritardo, per avermi dato dell’artista intendo ;)
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Ci deve essere un motivo, c’è sempre un motivo, un stalkermotivo! ;)
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Ah ah ah grazie, mi hai fatto ridere :)
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Ecco, con questo tuo finale mi fai sprofondare ancora di più nel baratro della mia ignoranza. Il libro non l’ho letto nemmeno io :( Poi mi fai sapere com’è, così lo aggiungo alle liste dei libri da comprare in Italia la prossima volta.
Leggerò i tuoi ultimi post in quetsi giorni, mi perdonarai la latitanza ma sai benissimo perché (ben giustificata non trovi?)
Cerca di metabolizzare il tutto adesso.
Buon riequilibrio postviaggio
Bacini :*
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Certo, ti farò sapere molto volentieri. Sei ultragiustificata e ho visto dalle foto su facebook che il viaggetto è andato molto bene. In un solo week end sei riuscita a fare una marea di roba. Attento il tuo reportage :)
Buona giornata e grazie ancora per avermi fatto compagnia durante il viaggio. Alla prossima avventura (sempre che non la facciamo davvero insieme per Banksy. Ehmmmm…)
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Non me ne parlare ho una mega bolla sotto il piede ma di animo lieve e felice :) Ci aggiorniamo nei prossimi giorni, è stato un piacere accompagnarti virtualmente a Wien <3
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:)
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Grazie di averci raccontato la tua esperienza viennese.
Spero prima o poi di andarci a fare una gitarella :)
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Te lo auguro, Vienna è una città davvero ricca e da scoprire con interesse.
Grazie a te per avermi seguito :)
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Avevo scorso che ti trovassi a Vienna e ora che per te finisce il tuo viaggio per me inizia la lettura del tuo medesimo a ritroso. Questo epilogo già mi incuriosisce. Grazie!
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Buona lettura allora! E grazie :)
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