Due cuori e una cambiale
“Lara, non capisco. Cos’è questo foglietto criptico che hai attaccato al frigo stamattina?”
“Come amore, siamo noi due…”
“In che senso? Io vedo un cuore + un cuore + una specie di casetta decrepita.”
“È una capanna…”
“Sì, va bene. Continuo a dire che non capisco, è una somma assurda, lo sanno anche i bambini che non sono beni cumulabili.”
“…”
“E poi non distrarmi, sono alle prese col bilancio annuale dei nostri sentimenti, non vedo l’ora di vedere i grafici sull’andamento del nostro rapporto. Ho creato un database con tutti i dettagli della nostra storia. Non sei curiosa anche tu tesoro?”
“Sei un mostro.”
Esistono diversi tipi di cervello. C’è quello dotato di elasticità e creatività, che ha la capacità di variare le proprie scelte e le proprie visioni sul mondo che lo circonda. E poi c’è il commercialista emotivo, il cui cervello funziona secondo schemi al di fuori dei quali gli è difficile avventurarsi.
Il commercialista emotivo, o ragioniere emozionale che dir si voglia, ha una struttura mentale di tipo matematico e assolutamente deterministico, che finisce per applicare anche alla sfera emotiva.
“Lara ho googlato e finalmente ho capito il tuo disegnino. Ti dico la verità, sono preoccupato.”
“Perché?”
“Mi è sembrato quasi un suggerimento. Ma ti rendi conto in che casino ci metteremmo se ci sposassimo? Ti faccio un esempio: è come se creassimo una società a emotività illimitata con una comune denominazione sociale. Il trend indica un collasso della percentuale amorosa nei primi 5 anni, periodo che rientrerebbe ancora nei piani di ammortamento delle spese del matrimonio. Tu la fai facile, non avevi pensato a questi dettagli vero?”
“Sei un mostro.”
Questo atteggiamento è talmente esteso nella personalità del commercialista emotivo che penetra anche nella sfera di comprensione del comportamento altrui. Il suo cervello, infatti, facendosi forte della validità empirica dei propri schemi, non ammette diversità e si avvale, un po’ come fece San Tommaso, del criterio di veridicità tangibile ed empirica degli eventi. Egli non ammette giustificazioni, motivazioni psicologiche, cambiamenti caratteriali o comunque variazioni dai suoi rigidi percorsi mentali. Ciò che importa è come gli altri appaiono e che restino allineati alla tabellina in cui li ha incasellati.
“In realtà il mio era solo uno scarabocchio carino e privo di messaggi subliminali se non quello che sto bene con te. Viviamo assieme da qualche mese e mi sembra prematuro pensare al matrimonio.”
“Ah ah ah e io ci dovrei credere? So benissimo come ragionano le donne. Quando vedono un margine di manovra, inventano ogni tipo di stratagemma pur di centrare il target.”
“Scherzi vero?”
“No, leggevo uno studio proprio ieri e le percentuali sono rilevanti. Tu rientri proprio nel campione, pensavi di farmela eh?”
“Sei un mostro.”
Le scelte del commercialista emotivo sono determinate dal calcolo immediato che lui applica ai diversi casi. Egli riesce a considerare in circa un millisecondo, tempo che intercorre prima che possa aprire bocca, tutti i pro e i contro di ogni problematica gli si pari davanti. È come se nel suo cervello si annidasse uno stuolo di ragionieri affannati a ticchettare convulsamente su infiniti super-calcolatori di risposte economico-emotive.
“Anche supponendo che mi convincessi a sposarti, hai pensato alla nostra situazione economica se dovessimo avere dei figli? Tu hai un lavoro precario e io dovrei sobbarcarmi tutte le spese. Ho fatto in rapido grafico e i risultati non sono incoraggianti. Anche considerando un lieve aumento del mio introito mensile, l’estratto conto del nostro investimento subirebbe un crack, capisci?”
“…”
“È inutile che fai quella faccia. Se sommi il crollo di interesse entro il primo lustro con le difficoltà economiche, ti rendi conto anche tu che non ci rimarrebbe altra scelta che accettare la sentenza dichiarativa di fallimento, insomma la nostra bancarotta amorosa.”
“Ho capito, la prossima volta ti disegno due cuori e una cambiale!”
“Ah ah ah vedi? Questa è carina, la posso raccontare ai miei colleghi in ufficio?”
“Sei un mostro.”
“Basta! È tutto il giorno che mi dai del mostro perché non assecondo questa tua fissa del matrimonio. Ne riparleremo più avanti, è inutile che insisti.”
“Fissa del matrimonio? Riparlarne più avanti? Insistere? Senti tesoro, vista la proiezione in deficit del nostro bilancio sentimentale a breve termine, ma soprattutto considerando la base imponibile della tua incontenibile ottusità, sai cosa ti dico? Col cazzo che ti sposo!”
STAY SCAZZED!
1. Il Pettegolo
2. Il Trombamico
3. Il Natalizio
4. Il molestatore virtuale [part 1]
4. Il molestatore virtuale [part 2]
5. Il commercialista emotivo (tu sei qui)
6. L’opinionista tuttologo
Categories: PsaicoDrammi, Psicologia da cazzeggio, Racconti, Scleri personali
magnifico
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Grazie Gianni e buona giornata :)
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Mi sono proprio divertita, grazie veramente magnifico
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Son contenta, grazie a te per l’attenzione :)
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:-) …sei un mostro
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Ah ah ah :)
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ah ah ah!fantastico!sono nuova di wordpress, mi ha fatto piacere trovarti!
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Piacere mio. Benvenuta :)
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Grazie!
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:)
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Ahahah fantastica storiella, non si possono vedere certi personaggi!
E come disse il puffo Brontolone: “Io odio i ragionieri!” ;)
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Vabbè dai non esagerare (come ho fatto io). Guarda che sono persone utilissime soprattutto in prossimità della scadenza del 730… Ahahah
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In effetti, io per sopravvivere ho dovuto sposarne una! :D
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Ahahah coraggioso! Io preferisco pagare ;)
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Io ne avevo proprio bisogno per scendere dalle nuvole! XD
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Eheh ma infatti dipende dai punti di vista… tu volevi scendere, io ci sto bene qui ;)
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Avevo capito! O_o chery!
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Deve ancora nascere il ragioniere che ti incastra! :D
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Ahahhahah tu mi fai ridere lo sai? Minimo la finisco con un grigio contabile ;)
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Aahah! una “Femme Fatale” come tè! impossibile! ;) :) grazie, grazie!
https://offarts.wordpress.com/2015/09/23/a-femme-fatale/
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Femme fatale io? Ah ah ah
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Beh dai, se ti metti giù da gara penso di sì! :)
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Giù da gara?
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Ahahah! mai sentito dire? Vuol dire mettersi elegante o anche prepararsi a correre forte, nel tuo caso, la prima! ;)
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Mmmm bah penso che la femme fatale sia più una questione di testa e atteggiamenti… e io non mi ci sento. Però grazie del pensiero ;)
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Si è vero, stavo giocando, in realtà tu hai più della simpatica mattacchiona… :) I think!
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Ahahah davvero molto simpatico e molto vero il tuo articolo :)))
Anche io ho una mia linea sugli uomini, si chiama “tipologia di uomo n.”, dagli uno sguardo quando ti va e se ti va ;))
Un bacione
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Ciao e benvenuta… ho letto il n° 9: il piacione, di cui peraltro ho parlato anch’io nel libro “Manuale sentimentale per simpatiche canaglie”. Divertente :)
L’unica differenza è che io non mi rivolgo ai sessi, nel senso che credo che, al di là di alcune manifestazioni ricorsive di genere, l’uomo e la donna siano soggetti alle stesse piaghe comportamentali. Certo io son donna e un minimo influenzata nello scrivere però fondamentalmente cerco di non farne una guerra contro il genere maschile. Anche se è (molto) difficile eh?! Ah ah ah comunque mi fa piacere questo scambio, alla prossima macchietta allora. Qualcosa in mente ce l’ho già ;)
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Sono assolutamente d’accordo con te, uomini e donne possono avere gli stessi atteggiamenti. Io scelgo gli uomini giusto perché sono bersagli facili (in realtà lo adoro) e anche io questa settimana esco con un nuovo post sulla tipologia ;)))
Un bAcio e grazie del tuo parere
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Grazie a te :)
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