
Biennale Arte 2017 – Padiglione Centrale (Giardini): Green Light Workshop by Olafur Eliasson (Danimarca)
Luogo: Venezia >> Giardini della Biennale >> Padiglione Centrale >> Padiglione degli Artisti e dei Libri
Titolo mostra: VIVA ARTE VIVA
Titolo serie: Green Light Workshop
Artista: Olafur Eliasson
Curatore: Christine Macel
Dal 13 maggio al 26 novembre 2017
E se l’opera d’arte fosse la vita dell’artista? Non “banalmente” il suo studio in esposizione, ma lui e la sua equipe all’opera in uno spazio comunitario aperto al pubblico? Avete mai pensato a questa possibilità? Di certo lo ha fatto l’artista danese Olafur Eliasson che, alla Biennale di Venezia, ha portato una sorta di laboratorio collettivo e collaborativo, uno spazio di pratiche artistiche aperto al contributo degli altri, dedicato al tema degli spostamenti di massa e dell’immigrazione.
Il “Green Light Workshop“, ideato in collaborazione con la Thyssen-Bornemisza Art Contemporary di Vienna, coinvolge ottanta partecipanti provenienti da una vasta gamma di paesi (tra cui Nigeria, Gambia, Siria, Iraq, Somalia, Afghanistan e Cina) che lavorano, davanti ai visitatori della Biennale, per realizzare delle lampade modulari geometriche e dalla luce verde, oggetti di design che non hanno solo un significato estetico ma anche politico di speranza per i richiedenti asilo, i rifugiati e i migranti.
“Sono molto lieto di poter presentare il progetto alla Biennale Arte 2017. Per me, andare alla Biennale vuol dire approfondire la realtà, non uscire dalla realtà. Lo spostamento di massa e la migrazione sono le sfide fondamentali del mondo oggi, che interessano milioni di persone in tutto il mondo.
La luce verde è un atto di accoglienza, rivolto sia a coloro che hanno sfuggito le difficoltà e l’instabilità nei loro paesi d’origine sia ai residenti delle città che li ricevono.”
Il progetto della lampada è stato ideato già da tempo da Einar Thorsteinn (1942-2015), amico, architetto e collaboratore dell’artista, e fa parte di una serie di studi geometrici effettuati dai due in studio.
Ciascuno dei moduli è realizzato con materiali riciclati e sostenibili: legno, bicchieri di yogurt riciclati, sacchetti di plastica usati, nylon riciclato e LED verde. Possono essere scomposti e combinati per creare strutture più complesse.
Ai partecipanti viene insegnato il processo di creazione delle opere e partecipano a un più ampio programma educativo di creatività e apprendimento condiviso. Inoltre il Green Light Workshop comprende corsi di lingua e consulenza psicologica e legale.
Il laboratorio, che occupa una grande sala di passaggio all’interno del Padiglione Centrale ai Giardini, è suddiviso in tre zone: l’ambiente di produzione vera e propria dove le lampade sono assemblate; delle sedie a cerchio dove vengono tenute le lezioni; divani e sedie dove i partecipanti possono fare pausa o socializzare.
Le lampade sono poi messe in vendita e il ricavato va a finire alla raccolta fondi per due ONG che lavorano con i rifugiati: Emergency e Georg Danzer Haus.
Se siete interessati potete acquistarle, al costo minimo di 250 euro, sia in loco sia online qui.
Il lavoro dell’artista danese è particolarmente interessante. Fin dagli anni ’90, egli cerca di innescare un dialogo fra discipline diverse quali l’arte, l’architettura, la scienza e il design. Egli si interroga sui processi della percezione individuale e collettiva, ponendosi domande sul rapporto fra l’esperienza di sé e l’ambiente sociale.
A Berlino lo studio di Eliasson lavora su questo fronte con una squadra che include artigiani, tecnici specializzati, architetti, archivisti, storici d’arte, web designer, produttori di film, cuochi e amministratori. Inoltre lo studio collabora con ingegneri strutturali, urbanisti e architetti paesaggistici su progetti più grandi, e l’artista ha rapporti in tutto il mondo con operatori culturali, politici e scienziati.
Il “laboratorio verde” di Olafur Eliasson è dunque un’opera partecipata che si apre al sociale affrontando, in modo attivo e intelligente, una delle problematiche più attuali di questo momento storico europeo e oltre. Attraverso il workshop, i partecipanti imparano a creare oggetti di design acquisendo delle competenze artistiche che permetteranno loro di continuare per quella strada e di evolversi nel lavoro. Comunque di sviluppare un approccio costruttivo che possa essere d’esempio nel coinvolgimento e l’emancipazione dei rifugiati e/o in generale i richiedenti asilo.
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