Diversi mesi fa, mentre passeggiavo in una strada di montagna, seminascosto fra le foglie, trovai un tronco. Era molto bello, la sua base solcata d’usura e la superficie decorata dai ghirigori del tempo. Lo ripulii delle foglie e lo portai via. Poi andai in cerca dei suoi compagni trasformando la mia casa in un’estensione di montagna. Quel tronco fu l’inizio della mia recente ricerca sulla Natura.
Iniziai dal blu, non avevo la sequenza ma sapevo cosa volevo fare: mutare il paesaggio. Non mi erano sfuggite le Sette Montagne magiche di Ugo Rondinone, installazione che percepisco ispiratrice di quest’opera. Anch’io, come lui, sono particolarmente attratta dal rapporto uomo-natura. Personalmente credo che l’uomo dovrebbe tornare alla Natura per diventare consapevole delle contraddizioni che caratterizzano la società in cui vive. Il silenzio contemplativo contrapposto al rumore assordante dei media, al tempestamento ossessivo di informazioni e immagini.
Il ritorno alla natura, a mio avviso, porta l’individuo ad avere consapevolezza del carattere finito dell’esistenza e a una riconciliazione con le proprie origini istintuali e definite dalla specie. Un risveglio di coscienza mutuato dal carattere ancestrale e profondo di una natura che, dall’alba dei tempi, accompagna l’uomo nel suo cammino.
“Il silenzio sogna a colori” è un’installazione ambientale che si innesta nel paesaggio con elementi naturali che sono però artificiali. Mi interessa evidenziare questo contrasto, e allo stesso tempo cercare di risolverlo. L’opera si adagia nel paesaggio sovvertendone la percezione ma, allo stesso tempo, diventandone parte integrante.
La mia intenzione è quella di installare questi “sogni” in ambientazioni differenti che abbiano in comune il silenzio che li ha generati. Seguiranno aggiornamenti.
P.S. Ringrazio Matteo Ambu per avermi (pazientemente) aiutata a realizzare l’installazione.
INSTALLAZIONI DELL’OPERA:
– Mare (tu sei qui)
– Laguna
Categories: Arte & curiosità dal mondo, Brabs, Fotografia, Introspective Brabs
A parte che mi piace molto l’opera-installazione in se stessa ma mi intriga molto ciò che sta a monte di essa(e): il rapporto te (artista), te (donna) con la Natura e il semplice (non semplicistico!) gesto di portare a casa un tronco ritrovato resta gesto mirabilia! E qui un ricordo: una giornata passata con una Donna, per me speciale, bosco degli Astroni – Napoli – , trovammo un tronco affascinante: aspetto perfetto di una vulva femminile da lasciarci di sasso! lei ne compose dei versi immediati, io mi “limitai” (eufemismo) a raccogliere codesto tronco e portarlo a casa ove soggiornò per tempi non brevi, poi, durante un trasferimento, andato disperso, come dispersi i versi di Lei e dispersa anche.. Lei! Cosa resta se non la memoria!!?? Un saluto, e complimenti!
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Grazie… Speriamo allora che quest’opera resti nella memoria così come il tronco della tua storia… anche perché, visto il carattere effimero di questa installazione, solo quella resta e spero che questo innesto cerebrale di colori riesca nell’intento…
Grazie ancora Roberto :)
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A volte l’effimero resta molto più pregnante del “ciò che resta”! mia opinione..
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Bellissima idea!!
Qui in basso Monferrato e Langa hanno installato delle matitone giganti di tutti i colori ad inizio dei filari. E’ diventata una vigna favolosa!!!
Ho fatto un post tempo fa, ma non so dove sia finito….
Trovo che arricchiscano il paesaggio e lo rendano vivo e vibrante. Se ancora e ne fosse bisogno, la mia terra è adorabile. Come la tua, se ho letto bene abiti in una delle città che ho nel mio cuore.
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Parli di Cagliari? Eh sì, siamo fortunate ;)
ps interessante l’idea della vigna!
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Si, Cagliari.
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Che bella creazione!
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Grazie :)
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Nel puro silenzio,
tra i tuoi pensieri
nastri d’arcobaleno.
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Ciao Vanni ❤
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S.C.A.
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❤
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