Il corto della settimana

Il corto della settimana – Gli automi da smartphone nel videoclip di Moby firmato Steve Cutts

Moby - Are You Lost in the World Like Me? (animazione di Steve Cutts)

Ricordate i cartoni animati anni Trenta? Ecco, proprio a quelli si è ispirato l’illustratore Steve Cutts per realizzare il videoclip di “Are You Lost in the World Like Me?“, il nuovo singolo del cantante americano Moby. “Sei perso nel mondo come me?” è dunque la provocazione lanciata dall’artista che, attraverso le animazioni di Steve Cutts, immagina una dimensione apocalittica di allucinati cronici da smartphone. Il protagonista del Moby - Are You Lost in the World Like Me? (animazione di Steve Cutts)corto è l’unico individuo a non esser stato contagiato che si ritrova triste e (ovviamente) incompreso.
Diciamo che l’esagerazione fa da seconda protagonista del video, è vero che la realtà presenta esempi di situazioni simili a quelle descritte, ma la questione è più complessa e controversa rispetto a una rappresentazione generalizzata e molto semplificata. L’uomo è fatto per essere sedotto, ma ha anche sempre dimostrato di saper affrontare le crisi diversificando le sue reazioni.
Vi lascio al video e alle riflessioni sul caso. Buona visione!

Let’s Short!

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Via artribune.com

4 replies »

  1. Mix tra Felix the Cat e Bettyboop.
    Tutti tristemente prigionieri del loro sistema di distrazione (di massa) fino all’eccesso. Li tollererei anche, se, non mi investissero in macchina perché dietro a chissà quale app sul loro schermo touch! :/

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      • In linea di massima no perché non credo alla catastrofe. Diciamo che già con l’introduzione di internet e dei sistemi per comunicare nati sul web, si è formata una forbice tra chi può e chi non può (o non sa) accedere a questi nuovi strumenti. Ciò che stupisce sono i comportamenti eccessivi di chi abusa e, ora che potenzialmente collegati lo siamo sempre, si assiste ad un “fanta-mondo” vissuto dalle persone soprattuti intorno ai 30 – 50 anni! Fatto di chat, di chiacchiere di whatzapp di messaggi che spesso sono specchio di altro… Alla fine gli adolescenti e teenagers si incontrano né più né meno come si è sempre fatto, fissando su piattaforme internet e non chiamandosi col gettone o con l’sms.
        Sul discorso che si rischia sempre il frontale con la gente “connessa” questo però è drammaticamente vero.

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