I 10 allievi che un istruttore non può non avere in una classe di kickboxing
1. Il primo della classe
E’ allenatissimo, agilissimo e prestantissimo. Nessuno lo batte in ogni disciplina e, se ciò malauguratamente accade, le sue sicurezze si sgretolano facendolo piombare in uno stato evidente di cupa disperazione. E’ il classico secchione, quello che alza sempre la mano e che non sbaglia un compito in classe, figuriamoci il terrore quando sbaglia un circolare all’indietro…
E’ talmente preparato da sentirsi in grado di sostituire l’istruttore stesso impartendo consigli o rimproverando per errori o per fiacchezza chi ha la sfortuna di capitargli vicino: “Ti ho visto, hai sbagliato due volte!” o “Non ti sei impegnato molto però!”.
Mentre i compagni combattono con la voglia di lanciarlo dalla finestra, l’istruttore può giovare della sua fervida assistenza, sempre che non arrivi a correggere anche lui finendo defenestrato sul serio.
2. La più bella della classe
Così come la strega di Biancaneve che si consultava di continuo con lo specchio delle sue brame per sapere chi fosse la più bella del reame, così quest’atleta entra a lezione conscia del suo grande appeal e beando del potersi vedere riflessa di continuo da ogni angolazione. Essa è bella, magra ed estremamente piacente e lo specchio non fa che confermarle il suo infinito fascino. Fissa lo specchio cercando la posa più opportuna, la smorfia più consona e il profilo adeguato per ogni esercizio o fase della lezione.
Durante il riscaldamento assume un piglio leggero, quasi indifferente, e si fa l’occhiolino da sola soddisfatta della sua immagine riflessa. Sui sacchi preferisce somigliare alla versione femminile di Silvester Stallone in Rocky Balboa e si osserva orgogliosa del suo viso affaticato, ma sempre bello. Nel defaticamento finale l’unica posa che può assumere è per forza di cose quella da scallata. La stranezza è che, nonostante sia sfigurata dalla fatica e grondi odorosamente di sudore, si vede ancora bellissima. Speriamo che nessuno le riveli mai che adesso è Biancaneve la più bella della classe… oppsss del reame.
3. Il ripetente
In ogni classe che si rispetti esiste sempre il più anziano, quello che frequenta le lezioni da più tempo e crede, per questo, di avere maggiori diritti rispetto agli altri. In particolare egli piscia il territorio accaparrandosi i posti più vicini all’istruttore, offrendosi volontario per mostrare gli esercizi agli altri e per organizzare qualsiasi attività che richieda un delegato. Si autonomina rappresentante di classe e svolge un ruolo di intermediario col temuto maestro per far sì che i diritti degli allievi siano tutelati. Anche in questo caso i compagni voterebbero per spodestarlo ma lui non è affatto democratico, anzi è un acerrimo sostenitore della proclamazione autoindotta per cui non si scrosta da quel ruolo. Neanche defenestrato.
4. Lo strano
A portare quel tocco di tenera follia è l’immancabile disadattato. Non si sa da dove provenga, se da una landa deserta dell’Amazzonia o da un pianeta sconosciuto del multiverso. Fatto sta che esiste.
Nessuno capisce il suo mondo parallelo e tutti lo snobbano, nonostante lui sia bramoso di essere accettato e faccia di tutto per raggiungere questo obiettivo. Il problema è che i suoi sforzi eccessivi sono commisurati alla stranezza che lo caratterizza per cui ottengono il risultato contrario di spaventare a morte i compagnetti di classe che se la danno a gambe. Soprattutto quando intuiscono che un semplice gesto di cortesia può essere scambiato per qualcosa di diverso e che ciò comporta temibili ripercussioni. La peggiore di queste è l’uso inadeguato dei social network per attaccare bottone e improvvisare un rapporto che in realtà non esiste, visto che di persona fa quasi finta di non vedervi. E più lui si ostina a cercare attenzioni in modo squinternato, più viene isolato fino a finire nell’ultimo banco solo e sconsolato.
5. Quello che non si applica
Questa è facile dai! E’ quasi scontata, anche se non si capisce perché un individuo che non abbia nessuna voglia di praticare un’attività sportiva si prenda la briga di recarsi in una palestra, cambiarsi e fingere di allenarsi. I casi classici sono molteplici: sete incommensurabile, scarpe slacciate, asciugamento sudore, controllo telefonino, attacco di colite acuta e via dicendo. Tutti proprio nel bel mezzo o prima di un esercizio particolarmente duro o quando manca poco alla fine della lezione. In poche parole si alleggeriscono arbitrariamente il programma.
Non rientra in questa categoria l’atleta che, per problemi di lavoro, salta lo stretching e va via prima. D’altronde ha portato la giustificazione firmata dalla sua (in)coscienza.
6. Il Giollone
Esiste una tipologia d’atleta che, nonostante possegga una voglia matta di fare sport, è totalmente negato. Non ci può fare niente, fa parte del suo karma. Mentre gli altri nascono seghe ma poi col tempo migliorano, lui rimane sega a vita. Eppure si impegna, ma non ce la può fare, non è portato per l’attività fisica, come riporta la sua pagella.
La situazione diventa tragica quando, oltre alla totale incapacità di eseguire in modo corretto l’esercizio più banale, ci si mette anche la timidezza. A questo punto si può parlare di Jolly, ma non nell’accezione del gioco a carte. Purtroppo per lui, nella dura giungla del kickboxing, il Jolly è il tenero coniglietto che, saltellando qua e là, finisce fra le zanne della tigre inferocita poco prima di pranzo.
Gli altri lo osservano con sguardo di pena chiedendosi cosa facesse da piccolo mentre loro giocavano a rincorrersi o a dare calci al pallone, si domandano quale assurda prigione di immobilità (fisica) sia stata la sua vita precedente. Poi si dicono fra sé:
“Meglio non farsi troppe domande. Zitto e zacca! Senza ucciderlo possibilmente…”
7. L’indisciplinato
L’indisciplinato si distingue per uno stile del tutto improntato sull’esagerazione. Egli scatta immediatamente quando viene provocato, soprattutto dall’istruttore che sa bene quali sono i punti deboli dei suoi allievi e li sfrutta per il suo sadico piacere personale. Anche se la maggior parte delle volte è lui stesso ad accendere la miccia importunando chiunque gli stia vicino e sia, a suo parere, recettivo allo scontro.
Nascono così divertenti botta e risposta da rissa al bar fra selargini e quartesi con espressioni che neanche al mercato di Sant’Elia. Tutto ciò fra un jab e un calcio frontale o fra un crunch inverso e un ponte monopodarico.
Vorrà dire che a fine anno un 5 in condotta non glielo leva nessuno.
8. Il chiacchierone
Altra piaga per l’istruttore è il classico chiacchierone che, col suo costante brusio, finisce non solo per deconcentrare se stesso, ma anche i compagni e soprattutto obbliga lo stesso istruttore a ripetere più volte le spiegazioni.
Questo losco individuo, sempre che non ami parlare da solo, si allea sempre con qualcuno che, la maggior parte delle volte, è il compagno di banco, opps di sacco. Spesso l’istruttore, esasperato dal continuo cicalio, minaccia di separarli sbattendoli nel primo e nell’ultimo sacco. In questo modo ottiene quei due o tre minutini di silenzio, ma è inutile, poi riprendono.
Tuttavia non si capisce come facciano ad allenarsi e a parlare con tanto entusiasmo del più e del meno. Forse sono multitasking oppure hanno scambiato la palestra per un bar dove sorseggiare con calma un the bollente e scambiare due chiacchiere. Ad ogni modo, mentre gli altri sono sfigurati dallo sforzo e sputano sudore, loro sono sempre composti e asciutti anche se giurano di essere particolarmente provati. Beh voi provateci a parlare e dare calci e pugni contemporaneamente…
Se fate entrambe le cose molto bene stramazzate al suolo, ragion per cui una delle due deve essere fatta male. E a giudicare dal loro aspetto fresco e rilassato…
9. Il caddozzo
Ognuno di voi sarà andato almeno una volta a farsi il classico panino da Baffo al Cavalluccio marino. Ebbene, quando il caddozzo è in classe, gli odori sono gli stessi. Un aroma inconfondibile di cipolle arrosto si sprigiona per tutto l’ambiente lacerando la stabilità emotiva dei compagni che fanno di tutto per non trovarsi in traiettoria col produttore di tali fragranze. Potete individuare immediatamente il caddozzo osservando il grande vuoto alle sue spalle quando fa i giri di defaticamento. Tutti preferiscono fare slalom o correre sul posto piuttosto che trovarsi nella scia chimica da lui prodotta. In questi casi l’istruttore si trova nella situazione peggiore perché, oltre a dover subire in silenzio il fetore nauseabondo, deve rispondere alle proteste degli altri atleti che gli chiedono di aprire le finestre per poi lamentarsi del caldo o del freddo che queste fanno entrare. Insomma è un grande circolo vizioso.
L’aspetto tremendo di tutto ciò è che il tanfo rimane, sembra di sentirlo a lungo anche dopo. Tanto vale andarselo a mangiare davvero un panino:
“Per me salsiccia, maionese e ketchup.”
“Niente cipolle?”
“Non si preoccupi, è come se ci fossero!”
10. L’asociale
Immancabile l’asociale. Egli entra da anni nella stessa classe alla stessa ora e con le stesse identiche persone posizionate spesso anche nello stesso modo. Eppure mai una volta ha avuto interesse a scambiare quattro chiacchiere con nessuno di loro. Egli, a differenza del disadattato e del timido, non ha difficoltà a relazionarsi col prossimo. Non lo vuole fare, è diverso.
Forse non ama il contesto per intessere rapporti o forse non ha niente da dire. Fatto sta che riesce quasi a risultare invisibile tanto che, dopo l’appello, sgattaiola via e nessuno se ne accorge. Torna solo prima del suono della campanella che annuncia lo stretching di fine lezione.
Comunque una cosa è certa: ognuno ha gli atleti che si merita!
N.B. questo testo è stato scritto in omaggio ai miei compagni di kickboxing e al mio mitico maestro Luigi Sebis.
Categories: Racconti, Scleri personali

Non ho ben capito, tu quale di questi allievi rappresenti ?
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Che c’entra io l’ho scritto! ahahah certo che ci sono, diciamo che sono un misto fra una ripetente incompleta e quella che non si applica dell’ultimo capoverso ;)
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Bellissimo!!!!! Cosa’hanno detto? E lui…contento?
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Abbiamo riso tantissimo anche se… forse qualcuno non l’ha presa troppo bene. Lo scoprirò lunedì in base a quanti ancora mi saluteranno ah ah ah :)
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..hai dimenticato il “balente”, la specie peggiore. Dopo un paio di mesi di lezioni non assidue impara a mettersi in guardia, a sollevare una gamba sopra il bacino e si sente pronto a sfidare Chuck Norris!
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Ah ah ah Chuck non lo batti!!! :)
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Ciao tesoro bello !! Io fossi in te lunedì non andrei…………comunque l’analisi e’ applicabile a tutti gli sport, io personalmente mi ritrovo con il punto 2 …..e cosa ci puo’ fare quando ti e’ stata regalata dalla nascita tanta grazia !! :-P
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OPS ..se non lo avevi capito sono Sonia Mura…….
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Sì sì l’avevo capito dalla mail. Mitica come sempre ;)
Bello quando c’eri anche tu in classe, un bel sorriso solare e tanta simpatia, che non guasta mai!
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