Settembre 2015
Questo appuntamento con l’artista del mese sarà svolto interamente come una chiacchierata fra me e l’artista Giampaolo Atzeni.
A leggere la tua biografia ci si stupisce: fotografia, giornalismo, moda, pittura e adesso anche realizzazione video. È da intendersi come un percorso a step o queste diverse discipline persistono tutte nella tua attività attuale?
E’ un percorso iniziato a step, disegnavo e dipingevo nei primi anni Settanta, ma il tutto era ancora in via embrionale. Alla fine degli anni Settanta mi sono dedicato professionalmente alla fotografia realizzando reportage e viaggiando dall’Africa all’India, alla Thailandia, al Nepal. La pittura professionalmente è arrivata in seguito nei primi anni novanta. Attualmente la mia principale attività è la pittura.
Che legame esiste fra la tua arte e l’architettura? Dopo l’Università a Firenze hai abbandonato quella strada ma i suoi influssi sono percepibili nelle tue opere e nei tuoi topic giornalistici.
Un legame strettissimo, le mie opere sono dei progetti e l’architettura è predominante sia nella composizione che nell’esecuzione, uso il tavolo da disegno come cavalletto e righe e squadre per costruire i miei scenari legati ad una prospettiva a piani, dei livelli che si intersecano per dare profondità alla tela. Ho preferito dedicarmi al design di interni, ma l’architettura l’ho fatta rivivere incontrando e intervistato importanti architetti come Mendini, Sottsass, Piano, Fuksas e tanti altri e le loro intuizioni le ho inserite nei miei quadri.
Parliamo di design. Le tue opere sono utilizzate come rivestimenti di divani e termo-arredatori da aziende come la Brem e la Gobbo Salotti. Come è andata e come procede?
Ho sempre cercato di uscire fuori dal quadro con i miei colori e la collaborazione con la Brem mi ha dato una prima occasione nel 2004, abbiamo esposto al Salone del mobile di Milano i primi Termoarredatori con lamiere colorate rappresentanti i miei stilemi. In seguito, dalla collaborazione con la Gobbo salotti, è nato il divano “Sedute d’autore” rivestito con stampe di mie opere. Questi oggetti di design sono in catalogo e nella produzione delle aziende. Attualmente ho in preparazione una nuova linea di borse.
Il tuo eclettismo sembra sottendere una visione dell’arte ampia e sganciata dai canoni tradizionali. È così?
Credo in un’arte globale, dove le varie discipline e linguaggi si fondono al servizio della creatività. Per me l’eclettismo è la contaminazione, il gioco intellettuale delle riprese.
Una vita in viaggio. Un tema ricorrente nella tua pittura che affonda le radici nella tua esperienza personale.
Tutta la mia pittura affonda le radici in qualche modo nelle mie esperienze e il tema del viaggio è quello a me più caro avendo avuto la fortuna di viaggiare. Il viaggio però per me non è mai stato semplice, è stato un continuo mettersi in discussione, trovarsi davanti a realtà molto difficili da capire e da vedere, da comprendere. Io ho viaggiato molto negli anni ’70, ho visto realtà ora completamente mutate o a volte altrettanto tragicamente immutate. Chi ha viaggiato in quegli anni ha avuto la possibilità di vedere in nuce le grandi problematiche che ora sono esplose in tutta la loro tragicità. L’Africa, l’Asia, il Medio Oriente mantengono nella mia arte il loro straordinario ruolo evocativo, rievoco nei mie quadri il loro fascino, vengono attraverso l’arte sublimati, divenendo importanti emblemi di civiltà, di cultura, di storia, di energia vitale, ma nella mia mente restano un
crogiolo di contraddizioni, di tragiche realtà e indimenticabili esperienze di vita. La componente surreale e utopica ancora una volta nella mia pittura ha avuto il sopravvento.
Da sarda non posso non chiederti del tuo legame con la Sardegna che hai lasciato nel lontano 1975. Credi che la simbologia del viaggio possa essere associata a un eterno ritorno nella tua terra?
Sicuramente Il viaggio di Ulisse è uno dei temi che hanno più influenzato la mia visione di vita e come Ulisse non faccio altro anche io che tornare alle origini alla Itaca tanto amata. L’Isola te la porti dentro anche se sei cittadino del mondo.
Fra le altre accezioni del viaggio parli di quello alla ricerca del tuo stile. Credi di essere arrivato a destinazione?
Credo di aver elaborato e sintetizzato un linguaggio personale e riconoscibile, ma il percorso è ancora lungo. La mia destinazione? Una stazione dalla quale organizzare un nuova partenza.
Ad osservare i tuoi dipinti ci si perde fra i dettagli e le simbologie che rappresentano. Le suggestioni sono tante: cinema, cibo, moda, architettura. Si percepisce ironia e sottile critica alla società e ai suoi miti consumistici. Qual è esattamente il tuo messaggio?
I miei lavori sono degli ossimori apparenti, non sembrano contenere alcuna forma di denuncia, ma in realtà essa si nasconde negli strati più profondi della pura apparenza formale. Come ha scritto Luca Calselli nella presentazione di una mia mostra “Atzeni, ogni volta smontando e disarticolando la scena, fissa sulla tela pagine della contemporaneità, paradossalmente, più concrete e vicine al reale di tante pagine e immagini delle più note riviste patinate. E ci dice quanto le contraddizioni e le differenze di un mondo caotico e imprevedibile, siano il più delle volte, l’ingrediente segreto per continuare a vivere. Siano, anzi, esse il bello della vita”.
Uno dei tuoi soggetti ricorrenti è la donna o parti di essa. È sempre una donna incompleta, spezzata e indifferenziata vista la costante assenza del viso. È sensuale e peccaminosa, mi vien da pensare alla tua opera di Eva nel paradiso o la Venere di Botticelli che le si sovrappone. Entrambe con una mela al posto del viso e il serpente del peccato sull’albero a tentarle. Sembra emergere l’immagine di una donna tentatrice e pericolosa, forse anche un po’ superficiale coi suoi mille monili e le gambe all’aria. Cosa vuoi significare e che rapporto hai con l’universo femminile?
I miei quadri sono sempre molto apprezzati dalle donne, da loro ho ricevuto i commenti più interessanti. Inizialmente le mie donne erano più sofisticate, femminili ma sostanzialmente inarrivabili, spesso in attesa o in procinto di una partenza. In seguito sono diventate più sensuali, a volte provocatorie ma sostanzialmente penso che le mie donne continuino ad appartenere ad un universo inconoscibile e remoto.
La loro libertà e totale autonomia può passare anche attraverso l’esibizione della loro femminilità.
Quali sono le correnti artistiche da cui ti senti influenzato? C’è un artista da cui ti sei sentito ispirato?
Il primo impatto alla vista dei mie lavori è quello di definirli pop ma in effetti sono più forti le influenze matafisiche e surrealiste. Se parliamo di colore è Matisse che mi ha illuminato sul modo di usarli. Ma un grande artista che parla la mia lingua è Valerio Adami. Diciamo che l’arte nasce dall’arte e noi siamo figli della nostra storia, la storia dell’arte!
Cosa vogliono significare questi micromondi (neo)pop-surrealisti che mi sembra di scorgere nelle tue opere? Hanno un significato filosofico?
La mia vita è stata molto intensa e anche bella, ma ci sono state brusche cadute, momenti difficili. Non casualmente la mia produzione pittorica è nata dalle difficoltà, è stata una faticosa ricostruzione, una riscoperta, una rinascita alla ricerca dello spirito vitale che ho sempre avvertito come la parte più vera e autentica della mia esistenza.
Ho cercato attraverso la pittura di ritrovare quella tensione vitale, quell’energia dell’esistere che è presente ovunque nelle cose, nelle persone, nella elaborazione intellettuale, nella bellezza, nelle donne.
Ho ricostruito un microcosmo perfetto, vivo, intenso, sensuale, nel quale rispecchiarmi, dove la componente del lucido sogno e dell’utopia continuano ad avere un ruolo predominante.
Link utili / Useful links:
Giampaolo Atzeni – Website
Giampaolo Atzeni – Twitter
Giampaolo Atzeni – Facebook
Categories: Interviste, L'artista del mese
Bravo, molto bravo, un vero poliglotta dell’arte! :)
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Ha fatto tutte le cose che vorrei fare io… Ehmmm… ;)
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Molto Pop, è vero pittoricamente ricorda vagamente Adami! :)
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Un tocco…
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E chi non vorrebbe, forse basta non aver bisogno di guadagnarsi la pagnotta tutti i giorni, avere il culo di conoscere le persone giuste e nascere in un momento storico particolare! ;)
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Mah… io credo ci voglia una buona dose di perseveranza!
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Perseveranza, fermezza, stabilità, continuità, costanza, durevolezza, immutabilità , insistenza, persistenza, tenacia, ostinazione, accanimento, cocciutaggine… OK O_0
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E i contrari?
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Volubilità, leggerezza, instabilità, incostanza, variabilità, mutabilità, modificabilità, trasformabilità, provvisorietà, precarietà, temporaneità, discontinuità, incoerenza, incertezza in altre parole ARTE! :)
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Ah ah ah ;)
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Si sono un filo polemico questa sera, ma solo un filo! ;)
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CHIalma e gesso Vanni and take it easy ;)
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OK, un bicchiere di whisky sulla mia poltrona di Mendini! :D
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Bravo!
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Grazie, gradisce?
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Troppo forte per me, ti faccio compagnia con una birretta ;)
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Ah OK, famoci du risate finali, ciao buona notte!
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Ah ah sh fantastico! Notte :)
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