Appunti di viaggio

Havana day-by-day – Havana Veja & street art a San Isidro (Day 3)

L’Avana, 4 agosto 2023 ore 13:30
La prima mattina è passata prendendo confidenza. Per prima cosa con il mio bell’appartamentino nell’Havana Veja, quartiere scelto appositamente per la vicinanza a piedi di tutto ciò che mi interessa. La seconda è stata col peso cubano che, grazie a un amico italiano che mi ha dato tante dritte, sono riuscita a cambiare a prezzo di cambio, che qui è moltissimo. Per festeggiare, sono andata a mangiare con il mio padrone di casa, un italiano che ha perso la testa per un cubano e ha lasciato il suo lavoro di architetto a Londra per trasferirsi qui e coronare il suo sogno d’amore.

Lui sta al Vedado, quartiere piú ricercato rispetto al mio, nella Casa Flamboyan, in cui ha altre camere in affitto, e che è davvero molto carina. Abbiamo passeggiato per le strade afose dell’Havana Veja in cerca di un bel ristorantino dove mangiare qualcosa di tipico. La terza confidenza è stata dunque col cibo cubano, a sto giro con la carne che, in effetti, non era per niente male. Unico neo la banana fritta che non avevo mai mangiato e che, per il mio palato, risulta un tantino troppo dolce e dalla consistenza un tantino troppo molle. Però è una di quelle pietanze che, insieme al riso, qui a Cuba trovi dappertutto. Ad ogni modo, meglio del pollo pompato di ormoni.

Tiziano mi ha dato tante dritte e mi ha raccontato molto su Cuba, più che altro ha risposto a tutta la raffica di domande che avevo in serbo per chiunque avrò modo di conoscere qui e che vorrà sanare i miei dubbi rispetto alla situazione politica ed economica del paese. Lo so, magari per voi è noioso, ma ho una scommessa in corso con mio padre, fideliano da una vita, che è nata pochi giorni prima di partire. Gli ho promesso che avrei ascoltato la gente e così sarà. Comunque per ora sto vincendo io.

Noto il grosso orologio d’oro del tizio che, insieme alla sua donna tettonissima e ben vestita, occupa il tavolo vicino al nostro. Sono evidentemente cubani e fa strano vista la fame diffusa. Chiedo a Tiziano che mi spiega che tanti cubani scappano all’estero in cerca di fortuna. E spesso la trovano, che vuol dire anche solo un lavoro dignitoso che gli permetta di mangiare e permettersi il “lusso” di comprarsi una casa, un’auto e far studiare la prole. L”unico problema è che rimangono tamarri e gli piace ostentare questa nuova condizione, per cui quando tornano in patria a trovare i parenti, sembrano papponi arricchiti in cerca di notorietà. Adesso che ci penso, anche il vestito della tizia era molto tamarro.

L’Avana, 4 agosto 2023 ore 16:00
Puzzo di banana fritta ma sono molto felice di essere qui, mi ha preso quel senso di libertà pura e incantata che mi invade sempre quando sono sola in giro per il mondo. Avete mai provato a camminare per le strade di un’altra città senza nessuno cbe si lamenta perché è stanco, ha caldo o non gli piace cosa volete fare voi? O a fermarvi per strada, come sto facendo adesso, a scrivere quanto siete felici di non aver nessuno che lo faccia?

L’Avana, 4 agosto 2023 ore 16:30
Cammino spensierata per le strade di Havana Veja e, fra gli edifici diroccati, scovo il Sancio Panza cubano. Ovviamente mi fermo a documentarlo e sento l’ormai classico “Mexicana o espanola?” Eh no, mi spiace, signore cubano col cappello di Bob Marley, sono ahimé italiana… mi metto a ridere e il signore mi prende in simpatia. È anziano ma non saprei calcolarne l’età. Dopo avermi propinato dei santini del Che, mi racconta delle sue conoscenze a Roma e a Milano ma finisce col fin troppo prevedibile “troppi italiani a Cuba”. Ecco perché avrei preferito essere messicana o spagnola, mio caro CouldYouBeLoved. E comunque anche lei è un può confuso, mi sa.

L’Avana, 4 agosto 2023 ore 17:00
Continuo ad addentrarmi per il quartiere e decido di andare a esplorarne San Isidro, una zona dove so esserci tanta street art. Il caldo è afoso ma, se ho superato Atene alle 2 del pomeriggio, posso farcela anche qui, mi dico. Peccato che l’umido sia più fitto e inizio a sudare tanto che mi lacrimano gli occhi, forse sudati anch’essi? Comunque riporto a casa un bel bottino e scopro diversi nuovi artisti che, tornata in patria, documenterò a parte, anche perché mi sono resa conto che di Cuba c’è ben poco qui sul blog.
Quello che vedo nel quartiere, in realtà poco frequentato dai turisti, è una Cuba vera, povera, sporca e chiassosa. Dribblo diverse proposte di taxi in calessi umani biciclettati e altre di dubbia natura che non approfondisco. La parola d’ordine di questo viaggio sta diventando “No, gracias” senza neanche sentire ciò che mi propongono e, se posso permettermi, vi consiglio di usarla anche voi se mai vi capiterà di venire in questa bellissima terra che, a causa delle condizioni di indigenza, ha trasformato gran parte dei suoi abitanti in truffatori o abbordatori interessati.
Solo un consiglio: se cercate street art per le città, date uno sguardo anche dove mettete i piedi. Ve lo dice una che, guardando solo in alto in cerca di nuovi muri, è finita su una buca e si é sbucciata le ginocchia. Trofeo che, tuttavia, documenta coraggio e dedizione per la disciplina, come faccio notare al vecchietto che osserva tutta la scena e mi apostrofa con parole che non capisco ma intuisco: “Ma guarda tu sta imbranata di turista, stasera lo racconto a casa e la faccio diventare lo zimbello di L’Avana!”…

A seguire alcune foto dei murali. Se desiderate vederli tutti e conoscere gli autori, vi consiglio di consultare il mio Instagram personale @barbarapicci.

1 reply »

Leave a comment

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.