Appunti di viaggio

Havana day-by-day – Fusterlandia (Day 10)

L’Avana, 11 agosto 2023 ore 11:50
Mi trovo all’ombra su una panchina realizzata in omaggio a Gaudí in un quartiere periferico dell”Avana che ricorda tanto il Park Güell a Barcellona.

Oggi è il mio ultimo giorno pieno a Cuba e, visto che avevo esaurito le idee e le forze per sopportare grandi camminate come quella di ieri, ho accolto il suggerimento di Tiziano che ieri mi ha parlato di Fusterlandia.

Si tratta di un parco realizzato dall’artista cubano Jose Fuster che, dopo aver fatto fortuna in Europa con le sue opere, ha deciso di portare la sua arte nella sua Cuba e, nel 1975, dopo essersi trasferito nel quartiere degradato di Jaimanitas, ha iniziato a riempire di mosaici di ceramica la sua casa, il suo giardino e, quando ha finito tutti gli spazi disponibili, è passato a quelli dei vicini, degli esercizi commerciali attorno e poco ci mancava che arrivasse anche all’Havana Veja.

Esagero ovviamente ma, come noterete dalle foto e i video, il suo lavoro si è davvero espanso per l’intero quartiere portando anche fonte di reddito per i suoi abitanti.

Tutt’attorno, infatti, sono nate botteghine in cui artisti locali fregano i turisti, come la sottoscritta, cercando di vendere, in euro, le loro opere a prezzi esorbitanti se paragonati a quelli che da noi avrebbero in un contesto di questo tipo. Qui cercano sempre di venderti tutto in euro e dollari, ma c’è un motivo… il cambio che effettuano non è mai quello reale. Dalle mie parti si dice che si fanno lo “sgrunfio”. Insomma, si ricaricano. Io per fortuna, grazie al mio amico italiano, ho cambiato a un prezzo quasi pieno. Addirittura la ragazza che contatto, si preoccupa di farmi il servizio a domicilio e, entro un’ora dalla mia richiesta, arriva sotto casa, sale, facciamo lo scambio e se ne va. Vi consiglio, comunque, di non cambiare mai per strada con i numerosi personaggi che ve lo propongono e, se lo fate, state sempre attenti a quanto vi stanno dando in cambio dei qui tanto agognati euro. Se necessario, contrattate. Io, ad esempio, sono una sega in questa utile arte, ma qui ho dovuto praticarla se no ti trattano da ebete e ti fanno pacchi giganteschi.

Comunque qualche pacco mettetelo in conto sapendo che non ci state perdendo tanto visto che i prezzi di ciò che comprerete sono molto bassi rispetto ai nostri.

Ad esempio, per mangiare si spende davvero poco, una cena di aragosta la potete pagare dai 15 ai 20 euro (esagerando). Prendere un pacco consapevole ha senso anche perché state aiutando qualcuno che ne ha davvero bisogno.

Ma torniamo alla visita. Il video a inizio articolo vi racconta un po’ la storia di Jose Fuster, artista che, prendendo esempio dall’arte pubblica di Gaudì in Spagna e Brancusi in Romania, decide di applicare lo stesso modello nel suo paese. Ciò che non vi ho detto è che la sua ispirazione deriva anche da Picasso e dal cubismo, le sue opere ne ricalcano fortemente lo stile.

Il video di cui sopra, anche se non sembra, è stato fatto molto in sordina perchè cercavo di scansare i troppi turisti italiani presenti nel parco. In questi giorni non ne avevo ancora visti tanti perché nei luoghi che ho battuto non penserebbero mai di passeggiare, troppo sporchi e degradati per loro. Potete invece trovarli sulle terrazze degli hotel a bere mojito e daiquiri facendo gli splendidi. Io, in effetti, non ho fatto quell’esperienza, e forse avrei dovuto (evitando di fare la splendida magari), ma sento di portare a casa un bottino molto più importante: quello di aver conosciuto, seppure solo in parte, una cultura e non di aver viaggiato solo per spassarmela. Che poi spassata me la son spassata anch’io! Di cocktail ne bevo fin troppi in patria, e spesso annoiandomi a morte. Qui la noia non esiste, almeno per me.

Comunque il giochino mi riesce perché evito di farmi sentire parlare, tanto tutti qui, complice la carnagione olivastra, mi scambiano per spagnola. Se vi è capitato di leggere altri miei diari di viaggio in passato, faccio sempre così all’estero e intanto li ascolto. Credendo di non poter venir capiti, si sentono liberi di essere se stessi, cioè cafoni. E io mi diverto alle loro spalle.

Una volta finito il giro del parco mi trovo, però, in difficoltà. Sono arrivata con un taxi chiamato da Tiziano attraverso un’app. Per tornare, però, non si avventurano fin qui. Per questo mi trovo su questa panchina a prendere coraggio perché Tiziano mi dice di mettermi per strada a fermare macchine chiedendo di poter pagare un passaggio per andare a casa sua nel Vedado. Mi dice di pagare al massimo 2000 pesos, il prezzo che mi hanno fatto anche per venire. L’equivalente di 10 euro circa. Io non ho mai fatto manco l’autostop, mi viene molto male fare sta cosa ma ripeto le parole che lui mi ripete quasi tutti i giorni: “Cazzo, devi uscire dalla confort zone in cui ti sei rifugiata, apriti al mondo, osa, vivi davvero”.

Per cui mi metto in strada e tiro fuori la mano ma nessuno si ferma. Allora vado all’uscita del parco e chiedo ai tassisti che depositano costantemente turisti. Ma mi dicono tutti che non possono, lavorano tutti con app o sono già occupati. Inizio a scoraggiarmi fin quando un ragazzo delle botteghine, con cui ho chiacchierato in precedenza, ha pietà di me e cerca di aiutarmi.

Chiede a un altro ragazzo che chiama qualcuno e mi dice che il taxi può portarmi ma a 4000 pesos. Gli dico che posso spendere al massimo 2000 e scende subito a 2500. Io mi impunto, gli dico che all’andata ho speso 1900 da Havana Veja, che è molto più distante e che sono disposta a spendere al massimo 2000. Chiude il telefono, credevo scendesse e mi ritrovo a terra, in tutti i sensi. Mi riavvicino al parco e chiedo ad altri tassisti ma poi miracolosamente mi richiamano e accettano i 2000. Mi sento orgogliosa, ho imparato a contrattare! Vincendo!

Passo dunque da Tiziano e Jesus portandogli in dono una piccola scultura che rappresenta due uomini uniti, come lo sono loro. Li voglio ringraziare perché mi hanno dato, soprattutto Tiziano, tanto affetto e regalato tanto coraggio e voglia di vivere in questo viaggio che non dimenticherò mai.
Io e Tiziano andiamo a pranzo e parliamo di viaggi già progettando la mia prossima visita qui. Chissà, a me piacerebbe anche trasferirmici se è per quello… magari non adesso, ma chissà…

L’Avana, 11 agosto 2023 ore 19:00
In questi ultimi due giorni mi sono fatta aiutare un po’ dai video perché, devo ammetterlo, sono un po’ stanca, stanca ma felice, sia chiaro. Stanca soprattutto per il gran caldo che ti addensa addosso come una seconda pelle ma, per fortuna, quando torno a casa ho l’aria condizionata che allevia un po’ il fastidio costante. Per tornare a casa, quindi, chiamo un taxi cubano, di quelli che mi piacciono tanto, e arrivo a destinazione sudata sì, ma almeno non fradicia.

Mantre scrivo i diari di viaggio sdraiata sul letto con l’aria a palla, mi arriva il messaggio di Carolina, la mia nuova amica colombiana, chiedendomi se mi va di uscire con lei e Yaima. Si tratta delle due ragazze che ho conosciuto nella Plaza Veja l’altra notte. Perché no, mi dico… “Esci dalla confort zone Barbara, osa e vivi veramente!”

A seguire la gallery!


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