So che potrei essere accusata di avere una fissa per le bambole cattive, immorali e blasfeme. In effetti, dopo l’articolo su Dina Goldstein, avrei dovuto finirla di proporre tali empi esempi. A mia discolpa vorrei evidenziare che stavolta le protagoniste non sono donne in carne e ossa, ma bambole vere, al massimo in plastica e ferro, per cui si tratta di soggetti del tutto diversi. Inoltre negli scatti di Mariel Clayton c’è di più: omicidi, sesso, violenza e sangue, che nel raccontino pseudo-immorale (in confronto a questo) di Dina non c’erano…
E poi chi ha detto che Barbie deve essere per forza una santa? Chi l’ha deciso?
N.B. sono sicura che perdonerete l’epiteto dato a queste dolci bambole nel titolo dell’articolo. Ci ho riflettuto a lungo, ma non mi è venuto in mente nessun altro aggettivo che rendesse bene l’idea…
Link utili / Useful links:
Mariel Clayton – Website
Mariel Clayton – Facebook
Categories: Arte & curiosità dal mondo, Fotografia
Una divertente parodia della realtà e dei nuovi equilibri tra sessi!
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La tizia è fantastica… Se cerchi sulla rete trovi una marea di foto, tutte diverse e mer(d)avigliose :)
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L’aggettivo mi piace :D
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Non è mio… Diamo a Cesare quel che è di Cesare ;)
http://secondosempre.com/chi-sono/
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;)
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Un nuovo utilizzo delle Barbie, dato che le bambine moderne hanno deciso di rinchiuderle in un cassetto, Clayton ha deciso di riutilizzarle. Macabro e toccante, rispecchia forse la nostra società?!? Bel blog se vuoi passa da me. {C
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Ciao e benvenuta nel mio blog e nel mondo dei blogger, a quanto mi è parso di capire dal tuo blog nuovo di zecca…
ps a mio parere rispecchia in parte la nostra società, i vizi ci sono sempre stati, ma esistono anche le virtù, non scordiamolo ;)
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Si sono nuova e ancora mi devo “impratichire”. Hai ragione dobbiamo coltivare le nostre virtù per riuscire a “riabilitare” la nostra società. Per un futuro migliore. XD
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