Duplicity è il titolo della serie di collage dell’artista francese Matthieu Bourel in cui, a partire da vecchie foto vintage che raffigurano personaggi famosi, viene operato una sorta di taglio ripetuto che ha il potere di creare doppi frammentando e ritessendo in una sequenza che sembra potersi estendere all’infinito. Il tutto è amplificato dall’atmosfera surreale in alcuni casi rafforzata da gif animate che creano vortici estranianti.
A parte l’estrema gradevolezza delle opere di questo artista, è interessante proprio il concetto di duplicità che comporta un’indagine psicologica nei meandri della complessa psiche umana. Lo strumento di indagine, in questo caso, diventa esso stesso indagato per cui il lavoro di Matthieu Bourel porta a un’introspezione profonda che sfocia nell’autocoscienza di sé o comunque in un percorso che tende ad essa.
Sono impazzita? Lo chiedo a voi, avete avuto la stessa sensazione?
Link utili / Useful links:
Matthieu Bourel – Website
Matthieu Bourel – Society6
Categories: Arte & curiosità dal mondo
Concordo. Un interessante lavoro introspettivo che in alcuni casi rivela (o critica) la tendenza umana ad indossare maschere (tra l’altro in bianco e nero) dietro le quali si cela il colore, vortici in movimento, quasi ad indicare il desiderio di nascondere la nostra vera personalità (magari estrosa e “colorata”) dietro un più monocromatico conformismo.
La ripetizione infinita di frammenti ricorda molto l’effetto “specchio nello specchio”: l’individuo spezzettato in infinitesimali parti, tante quanti sono i nostri ruoli peraltro; alcuni si sovrappongono, altri no.
Inevitabile inoltre – almeno per me – pensare anche alla frammentazione dell’Io, caratteristica sempre più frequente ai giorni nostri e che genera sempre più spesso la consapevolezza di una sofferenza psicologica. I tagli verticali mi ricordano molto la teorizzazione Kohuttiana della scissione verticale del Sé (narcisistico)… ok, la smetto.
Sempre complimenti Barbara per le proposte artistiche e per la stimolazione alla riflessione.
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Grazie Gianluca, il tuo è come sempre un prezioso contributo. Se i miei sono solo degli spunti, i tuoi interventi diventano ulteriori approfondimenti verso quella riflessione che troppo spesso, causa frenesia della vita quotidiana, preferiamo rimandare o evitare.
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