«Per la sua importante produzione letteraria, che con serietà chiarificante illumina i problemi della coscienza umana nel nostro tempo.»
(Motivazione del Premio Nobel per la letteratura)
Tornare alla letteratura è indispensabile a mio parere. Soprattutto quando si tratta di persone che, attraverso la loro voce libera e onesta, hanno addensato di profondità il panorama letterario e filosofico del secolo scorso e oltre.
Ma ciò che mi ha spinto a ripescare questa lettera dal passato è stata la grande umanità che contraddistingue il gesto, e l’intera vita, dello scrittore francese Albert Camus.
Nato a Mondovi (attuale Dréan) in Algeria nel 1913, egli passa l’infanzia in modo modesto finché suo padre, un operaio agricolo, muore al fronte ed egli si trasferisce con la madre ad Algeri. Qui la situazione peggiora, la madre raccatta qualche lavoretto, i due vivono in decisa povertà. Una fortuna, dichiarerà poi Camus, in quanto quella povertà fu la sua scuola di vita e lo portò ad avere sempre un atteggiamento umile e un interesse particolare per gli indifesi e gli svantaggiati.
Le sue opere, che hanno variato fra stili diversi come il saggio, il testo teatrale e il romanzo, riflettono i suoi tumulti interiori e i suoi accorati interrogativi filosofici. Egli tratta temi quali la solitudine, l’assurdità del destino dell’uomo e la rivolta, il tutto contornato di sole e ambientazioni mediterranee. Un autore che sviscera l’uomo nell’assurdità della sua condizione e lo incita alla rivolta in tutti i sensi: sociale, politica, intellettuale e poetica.
Ma arriviamo al dunque. Albert è ancora ragazzino e povero. Il suo insegnante di filosofia, Jean Grenier, lo incoraggia a proseguire. È così che egli vince una borsa di studi che gli permette di finire il liceo e iscriversi all’Università dove si laurea in filosofia. Beh di certo Jean Grenier, con cui Albert strinse un rapporto di amicizia che durò tutta la vita, ci aveva visto bene e se ne rese pienamente conto quando il suo allievo fu insignito, nel 1957, del prestigioso Premio Nobel per la letteratura. Albert aveva 44 anni e fu l’uomo più giovane ad aver mai ricevuto il premio.
E proprio da Stoccolma, qualche giorno dopo la consegna del Nobel, Albert rese pubblica una lettera indirizzata a Louis Germaine, il suo primo maestro dell’infanzia, scritta per ringraziarlo. Egli infatti fu il primo che, viste le sue potenzialità, lo aveva spinto a studiare e combattere l’analfabetismo e l’ignoranza che sarebbero stati inevitabili nella sua condizione di povertà. Ancora una volta gli onori, invece che esser rivolti a se stesso, andavano a chi lo aveva aiutato e ne aveva decretato il successo. Non vi dico altro, a voi le conclusioni. Buona lettura.
19 Novembre 1957
«Caro signor Germaine,
ho aspettato che si spegnesse il baccano che mi ha circondato in tutti questi giorni, prima di venire a parlarle con tutto il cuore. Mi hanno fatto un onore davvero troppo grande, (l’assegnazione del Nobel per la letteratura N.d.R.) che non ho né cercato né sollecitato.
Ma quando mi è giunta la notizia, il mio primo pensiero, dopo che per mia madre, è stato per lei. Senza di lei, senza quella mano affettuosa che lei tese a quel bambino povero che io ero, senza il suo insegnamento e il suo esempio, non ci sarebbe stato nulla di tutto questo.
Non sopravvaluto questo genere d’onore. Ma è almeno un’occasione per dirle che cosa lei è stato, e continua a essere, per me, e per assicurarla che i suoi sforzi, il suo lavoro e la generosità che lei ci metteva sono sempre vivi in uno dei suoi scolaretti che nonostante l’età, non ha cessato di essere il suo riconoscente allievo. L’abbraccio con tutte le mie forze.”
Albert Camus
LINK UTILI:
Albert Camus – Wikipedia
l’ho letta qualche tempo fa su Repubblica e trovo che sia di un’umanità spiazzante!
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Il brutto è proprio questo: l’umanità al giorno d’oggi spiazza.
Ed è proprio il motivo per cui l’ho voluta pubblicare ;)
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Verissimo. Una normalità che è diventata eccezione!
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:(
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