A vagabondare senza meta per la natura.
Ci colpisce un paesaggio, parcheggiamo in una piazzola.
Ci affacciamo sul dirupo che si apre in un grande canyon. Le pareti della montagna, oltre che da una franata di pietre rosse squadrate, sono “colorate” da diverse scariche di rifiuti. Malediciamo la stupidità umana, non è la prima volta che vediamo una cosa del genere in quella strada.
All’improvviso il nostro interesse viene catturato da una busta di rifiuti vicino ai nostri piedi. Poco lontano giace un angelo morente. Gli son state recise le ali e ha perso metà viso.
Dobbiamo fare qualcosa.
Lo carichiamo in macchina e partiamo a razzo verso l’ospedale. Intanto gli diciamo di non mollare, che lo porteremo in un posto speciale per curarlo e rimetterlo in sesto.
Percorriamo qualche chilometro e troviamo il cartello “Ospedale degli angeli“.
Ci fermiamo, lo carichiamo su una barella e lo portiamo dritto in sala operatoria. Qualche minuto e il battito riprende regolare, il colorito vivace.
Ci dice che il suo desiderio più grande è tornare a volare.
Lo carichiamo nuovamente in macchina e guidiamo ancora qualche chilometro. Ci fermiamo e lo posizioniamo su un piedistallo.
Intorno natura: cielo, alberi, rocce e silenzio.
Ci fa un sorriso, batte le ali e vola via oltre l’orizzonte visibile.
Coideazione e realizzazione: Barbara Picci & Matteo Ambu
L’ha ribloggato su l'eta' della innocenza.
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Grazie per la condivisione!
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storia toccante..
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Più che altro adesso ha una storia…
ps grazie :)
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^_^
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:)
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