Riflessioni fanta-cosmiche sull’arte
Così come nell’amore è preferibile non svelarsi completamente per lasciare accesa la (torbida) curiosità del mistero, così l’artista, a mio parere, non dovrebbe disvelare troppo la sua opera per donare al fruitore una potenzialità immaginativa capace di stimolare la sua fantasia e curiosità, oltreché il suo gusto estetico.
Brabs
Categories: Introspective Brabs, Schizzi saltuari, Scleri personali, Stralci quotidiani
condivido in pieno: il mistero dell’amoroso resta contiguo all’enigma del facitore-percettore di opere ideative ovviamente se l’insieme resta ancorato a sincerità sentimentale/espressiva, altrimenti solo noia..
r.m.
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Esatto… ti voglio raccontare da cosa nasce questo post perché so che puoi comprendere.
Prendiamo l’erotismo, una mostra sull’erotismo, ok? L’erotismo ha per me qualcosa di sacro in termini filosofici, cioè quell’entità grave che circonda tutto ciò che ha una valenza oltre le nostre possibilità di percezione standard: religione, sessualità, malattia e via dicendo. Se mi togli il valore sacro dell’erotismo, ciò che vedo diventa tristemente porno, cioè diventa esecuzione senza poesia, mero esercizio fisico. Insomma, perde l’immaginazione, motore che spinge la creatività e il desiderio. Si sfocia nel volgare, tutto è lì ed è compiuto, si esaurisce. Ecco, questo volevo dire. A volte è meglio tacere e far galoppare la fantasia del fruitore piuttosto che spiattellargli la tua pochezza artistica. E umana aggiungerei…
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sì la penso così anche io del resto l’eros è vita, il porno (ma in senso complessivo) non è né vita né morte, solo inutile cosa che lascerei a chi forse s..pa ma (non) fa l’amore!?
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