Appunti di viaggio

Havana day-by-day – Centro Havana + Bodeguita del Medio (Day 6)

L’Avana, 7 agosto 2023 ore 10:30
All’Avana esistono sostanzialmente tre quartieri: l’Havana Veja, il Centro Havana e il Vedado. Già in patria, quando ho studiato la città, ho deciso di dividere il mio viaggio dedicando una giornata a ogni quartiere e, sebbene un solo giorno non basti a esplorarli in modo esaustivo, mi accontenterò di ciò che il caso mi propinerà giorno per giorno e mi affiderò ad esso anche in caso si renda necessario approfondire, come capiterà per l’Havana Veja, che vi ho già in parte illustrato.Oggi è dunque la volta del Centro Avana e decido di partire dal Capitolio che è giusto a due passi dal mio appartamento. Si tratta della copia del Campidoglio americano. L’unica differenza, a parte il suo essere più alto, più largo e più lungo di un metro rispetto al primo, è che non è mai stato invaso da unni armati di asce e corna in difesa di governanti altrettanto barbari (e antidemocratici). Il monumento, fatto erigere prima della rivoluzione castriana e sovvenzionato dagli statunitensi, con l’avvento di Fidel, divenne sede del Ministerio de Ciencia, Tecnología y Medio Ambiente. Solo nel 2010 fu dichiarato patrimonio nazionale. Se mi è consentito dirlo, e non credo che Fidel si rigirerà nella tomba per questo, non ci fa niente. Cioè, sì è maestoso e imponente, bello quanto volete, ma è pur sempre una copia, nonché un simbolo americano e, in più, cozza col resto dell’architettura della città. In sostanza, non ci sta a fare una cippa.Proseguo verso il Malecon, il lungomare della città che, da ció che ho letto, per i suoi abitanti, rappresenta molto più Cuba.Mi fermo a scattare qualche foto e scorgo una ragazza seduta sulle rocce che osserva l’orizzonte con malinconia. Cerco di scavare nel suo animo triste e affiorano due possibili immagini: la prima vede un fratello o un marito che è riuscito a oltrepassare quell’orizzonte per raggiungere Miami, o comunque gli Stati Uniti, luogo che accoglie innumerevoli cubani come rifugiati politici. Anni fa le persone tentavano la traversata con zattere improvvisate, o addirittura con grandi copertoni di veicoli, rischiando di annegare o essere divorati dagli squali, pur di scappare dalla fame. Oggi, da quello che mi hanno detto diverse persone che conoscono cubani che lo hanno fatto, non passano più dal mare ma dal Nicaragua affidandosi a loschi individui che chiedono loro i risparmi di una vita.
La seconda immagine riguarda i suoi sogni. Quell’orizzonte, se oltrepassato, rappresenta la speranza di un futuro diverso, con delle prospettive, dei progetti e la possibilità di scegliere, possibilità che qui viene negata.
Sia che la ragazza si strugga per un familiare, sia che lo faccia per se stessa, la sua tristezza è contagiosa e mi entra nel cuore. In quel momento passa un vecchio bus scassato, che purtroppo non faccio in tempo a immortalare, con una scritta che recita “Transportando al Futuro”. È una presa per culo?L’Avana, 7 agosto 2023 ore 11:30
Continuo a percorrere il Malecon infilandomi in edifici diroccati e pieni di rifiuti per immortalare alcuni murali che mi hanno segnalato nel quartiere.La città è molto sporca. Le strade sono piene di buche, rifiuti e spesso devo dribblare rigagnoli di liquidi maleodoranti. L’aria, particolarmente afosa, è invasa dall’odore costante dei rifiuti provenienti dai cassonetti che trasbordano. Per non parlare dell’odore di benzina prodotto dai tubi di scappamento dei veicoli che sono molto vecchi, seppure affascinanti da vedere.Se ci aggiungete un caldo feroce che mi inzuppa totalmente i vestiti, capirete perché il mio organismo, a un certo punto, chieda pietà ed esiga che mi fermi a recuperare liquidi e ricaricare le batterie. Eppure io sono una che beve poco ma qui non è possibile, sento proprio le cellule del mio corpo spegnersi e, ormai in fin di vita, implorarmi di bere. E bere acqua. Così mi dirigo verso un locale che mi consiglia un ragazzo canadese che mi sta passando molte informazioni, sia sui murali che sui locali dove fermarmi a mangiare. Purtroppo, però, è troppo presto per cui, dopo averlo trovato, compro una bottiglietta d’acqua in una botteghina e mi fermo all’ombra ad aspettare. Nel frattempo osservo e fotografo la gente.L’Avana, 7 agosto 2023 ore 12:00
Finalmente il Michifù apre e mi ci proietto dentro senza esitazione. È presto, non mi sento quasi italiana a mangiare a mezzogiorno, ma ho solo un caffè in corpo e rischio di svenire. Gli unici avventori siamo io e un francese un po’ tarato che, quando viene a sapere la mia nazionalità, crede di essere particolarmente spiritoso elencandomi tutti i peggiori luoghi comuni sull’Italia. Soprattutto continua a chiamarmi Monica Bellucci nonostante gli faccia notare la differenza enorme nelle dimensioni del mio guardaroba frontale. Però, nonostante la sua stupidità cafona, si adopera gentilmente a farmi una foto ricordo nel locale.Mentre mangiamo, in tavoli separati ovviamente, mi racconta che ha comprato casa qui e ci viene da 5 anni. A ben pensarci non è molto diverso dai vecchiardi della spiaggia gay, solo che lui mantiene donne, o le paga all’occorrenza visto che è solo.
L’unico lato positivo è che finalmente assaggio l’aragosta, stavolta grigliata. Non è male ma alla catalana è tutta un’altra cosa!L’Avana, 7 agosto 2023 ore 23:30
Scopro che la famosa Bodeguita del Medio si trova proprio nella via del mio appartamento per cui, dopo essermi riposata qualche ora, mi faccio l’ennesima doccia della giornata e mi fiondo verso uno dei luoghi simbolo dell’Avana.Probabilmente non lo sapete, come anch’io prima di prepararmi per il viaggio, ma l’Avana era uno dei luoghi preferiti dello scrittore Ernest Hemingway che dedicò alla città 30 anni della sua vita prima di scappare nel 1960 temendo che Fidel nazionalizzasse anche la sua casa alla periferia della città. Come si può facilmente intuire, Ernest era innamorato dell’isola, in particolar modo della pesca, del rum, delle donne e, secondo me, dell’animo giocoso, danzereccio e goliardico dei cubani. Qui si sentiva a casa e riusciva a trovare ispirazione per i suoi libri, come ‘Il vecchio e il mare”, il suo capolavoro che ambientò nelle acque dell’isola infestate di pesci spada tenaci e squali affamati. Allo scrittore piaceva dunque spassarsela nella città, soprattutto andare a bere nei localini dell’Avana Veja. I suoi locali preferiti erano due, ve lo faccio dire da lui: “Mi mojito en La Bodeguita, mi daiquirí en El Floridita”. Si capisce no?La Bodeguita è, appunto, la Bodeguita del Medio, il luogo dove oggi sono andata a gustare il mojito, ed era pure buono, un po’ forte per me, ma indubbiamente buono.L’unico problema è che non credo che Ernest gradisse di dover bere il suo drink velocemente per lasciar spazio al turista successivo, neanche di farsi spillare i soldi dai musicisti, dai danzatori fuori o addirittura per farsi una foto con le persone locali che bazzicano al suo esterno. Insomma, è stato trasformato in una trappola mangiasoldi per turisti. No bene.A seguire una gallery della giornata in ordine cronologico. Enjoy!

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