Dopo il caso del Titanic, ecco un altro caso enigmatico di premonizione letteraria.
Stavolta è il turno di Edgar Allan Poe.
Nel 1838 egli scrisse una novella dal titolo “Il racconto di Arthur Gordon Pym di Nantucket”. Nel racconto egli descriveva la storia di un naufragio di una nave in cui alcuni marinai riuscirono a salvarsi in una scialuppa di salvataggio.
E fin qui niente di strano. Il senso macabro di Edgar, però, generò un epilogo alquanto singolare, immaginando che uno di loro, il più giovane, di nome Richard Parker, ad un certo punto morì e gli altri, per sopravvivere, si cibarono del corpo.
Parecchi anni dopo, il 28 ottobre del 1884, “The Times” riportava la notizia del naufragio della nave Mignonette, nel quale quattro marinai riuscirono a salvarsi su una scialuppa. Il più giovane di loro morì e gli altri tre se lo mangiarono.
Il uso nome era Richard Parker.
Allora mi chiedo… Uno scrittore, in casi come questo, può sentirsi responsabile? Si tratta di un caso o la sua penna è stata in qualche modo colpevole di aver influenzato il futuro e la triste sorte del povero marinaio? Oppure è davvero il destino a prendersi gioco degli uomini provocando casi, come questo, che sembranoun affronto ad un atteggiamento di equilibrato razionalismo?
LINK UTILI:
Il racconto di Arthur Gordon Pym di Nantucket – wikipedia
Edgar Allan Poe – wikipedia
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