Un messaggio… Dimmi che non é di nuovo Fabs che mi chiede per sabato. É da due settimane che mi tormenta chiedendomi di partecipare al grande evento dell’anno. Il bello è che gli ho detto immediatamente di si, ma vuole sincerarsi che non abbia cambiato idea ogni giorno, e più volte, a cadenza di qualche ora. Pone la domanda in modo diverso ma il succo é sempre lo stesso: “Beh sei pronta per sabato?”. Io attendo qualche secondo e rispondo, facendo finta di averlo scordato: “Sabato? Perché? Ci dobbiamo vedere?”. Vedo il telefono inalberarsi, un tremolio parossistico lo travolge e fumi di incomprensibile natura fuoriescono dal microfono. Cerco di afferrarlo, è rovente… Mi arriva la sua foto via piccione viaggiatore dove lui, con le ciglia aggrottate in uno sguardo di ammonimento e l’indice puntato mi dice: “Non scherzare! C’è il primo Gay Pride a Cagliari… Non vorrai mancare… Vieni e porta anche le tue amiche!”.
Non faccio neanche in tempo a ascoltare le sue parole che il messaggio vocale si autodistrugge lasciandomi perplessa. Mi guardo intorno e, certa che nessuno mi veda, rispondo: “Come le mie amiche? Non mi sarai mica diventato etero???”.
La risposta non si fa attendere: ” Non scherzare! Tu portale! Qui non si tratta solo dei gay… É una battaglia per affermare il nostro diritto di amare, la nostra libertà inviolabile di operare delle scelte sessuali senza per questo essere discriminati!”.
In realtà la risposta la conoscevo già, ma volevo che me lo dicesse, e poi amo provocarlo. Pensare che lui possa diventare improvvisamente etero è come ipotizzare che Louise Veronica Ciccone si svegli un giorno e decida di diventare uomo, tanto per stare in argomento… Non si sa mai, ma la vedo altamente improbabile.
Gli rispondo per l’ennesima volta: “Ok, Fabs, vengo! Secondo me non c’è bisogno di sentirsi ancora, ci vediamo domani al Poetto!”.
L’indomani, dopo aver affrontato l’afa torbida pomeridiana, eccomi penetrare la folla che sfila per le strade della spiaggia del Poetto. L’atmosfera è festante, i carri propagano musica e colore. Le persone presenti assolutamente disparate: omosessuali ed etero, bianchi e neri, giovani e vecchi, politicamente corretti e non… Chi regala abbracci, chi balla, chi si bagna per la calura, chi tiene cartelloni. I messaggi sono molteplici, ma il senso è lo stesso: “L’omofobia è una malattia”, “Gay rights are human rights”, “Amare è un diritto umano”, “Il desiderio non si norma”…
Poi all’improvviso sento sfrecciare davanti a me una macchia nera… Cerco di mettere a fuoco e mi accorgo che si tratta di un pattinatore. “Fabs!”, urlo. “Ma sei tu?”. Si ferma, si gira e mi vede. Mi viene incontro col suo solito volto sorridente. “Certo che sono io!”. Mi mostra i suoi favolosi pattini procurati per l’occasione. Segue il corteo fra un balletto, un gavettone e mille incontri. Sto dalle sue parti fin quanto posso, ci perdiamo e ritroviamo. Ci attardiamo all’imperdibile spettacolo delle Drag Queen, che ricompensano la mia stanchezza con la loro spumeggiante esuberanza. Insieme a noi tanti altri amici, tutti lì con lo stesso intento: farsi sentire. La giornata mondiale dell’orgoglio LGBT” o “Gay pride” non è, come tanti pensano, un giorno scelto a caso. Esso commemora la prima marcia per i diritti delle persone omosessuali, avvenuta dopo la rivolta di Stonewall a New York, il 28 giugno 1969. Con notevole ritardo, anche a Cagliari questa commemorazione ha finalmente avuto luogo.
Fa piacere conoscere quella parte di Cagliari che non vuole essere sopraffatta, quella che lotta per i propri insindacabili diritti, quella che non abbassa il capo e urla al mondo le sue ragioni.
Un amico diceva sempre: “La mia libertà finisce dove inizia quella dell’altro”. La legge morale, a mio parere, potrebbe racchiudersi in questa semplice regola. Se da una parte gli omosessuali non violano questa libertà nei confronti di chi li circonda, non capisco come ci si possa arrogare il diritto di violare la loro, privandoli del diritto di esprimere la loro sessualità. Le discriminazioni, il razzismo di qualsiasi natura esso sia, non fanno altro che infrangere la natura stessa dell’essere umano, offendendola intimamente. Una natura che non è differenziata: bianchi e neri, etero o gay… tutti abbiamo la stessa sensibilità e lo stesso diritto di esprimerla: il diritto (umano) di amare…
Credits:
Foto (C)2012 Marilena Riello – Blog | Flickr
LINK UTILI:
Gay Pride – wikipedia
Moti di Stonewall – wikipedia