I suoi compagnetti di scuola ascoltavano Madonna, Michael Jackson e i Duran Duran. Il walkman di Ba (come si firmava in quel periodo), invece, conteneva una cassetta anonima senza etichette né segni di riconoscimento se non qualche graffio dovuto allo (stra) abuso. Lo faceva apposta perché nessuno scoprisse il suo contenuto. Se qualcuno chiedeva cosa stesse ascoltando di così figo e coinvolgente da estraniarla dalla realtà, lei faceva spallucce e rimaneva sul vago. Nessuno sapeva cosa ascoltasse, si potevano solo fare ipotesi. Si supponevano chitarre elettriche e percussioni roboanti, bassi pompanti ed urla sguaiate…
Invece erano archi. Sì archi supremi mozartianamente amalgamati che si armonizzavano fra flauti e corni, piani e violini, viole e violoncelli… Conosceva ogni singola nota, ogni passaggio, la più minima sfumatura di ogni pezzo custodito in quella preziosa cassetta che veniva ascoltata, riavvolta e riascoltata all’infinito. Là dentro si nascondeva un mondo diverso, una gioia intima, un universo di viaggi interiori che lei non aveva intenzione di condividere. Anche perché ciò le sarebbe valso la sicura gogna, visto che nessuno poteva osare uscire dai canoni musicali dell’epoca, soprattutto in adolescenza quando allontanarsene significa essere out, “gigione”, sfigato. Anni ottanta, sfida e sperimentazione musicale in atto, ecco lei, la strana, che ascoltava Wolfgang Amadeus Mozart, Ludwig van Beethoven, persino Antonio Vivaldi.
“Ma chi cazzo sono? Stai scherzando? Ma cos’ha questa? Sta male? Ma qualcuno le ha parlato degli Spandau Ballet, di David Bowie, di Prince, dei Simply Red, o persino di quel fighetto montato che piace a tutte? Come si chiama? Ah sì, Nick Kamen… Mi vengono in mente una marea di nomi ma W-O-L-F-A-N-G… Come si può ascoltare musica prodotta da uno con questo nome? Musica classica poi… “antigorio” demodé… Non si rende conto che in questo modo rovina la sua reputazione, sempre che ne abbia mai avuto una? non capisce che non avrà mai degli amici, una vita sociale soddisfacente?”.
Superato l’infimo scoglio dell’adolescenza, la ragazza penetrò finalmente nell’era del AscoltoCiòCheMiPareConOrgoglio. Aveva già provveduto a sperimentare di nascosto diversi innesti. Ciò capitò quando scoprì il jazz. Successe con Duke Ellington, precursore e pioniere in lei di questa nuova passione. Poi arrivarono gli altri: Miles Davis, John Coltrane, Louis Armstrong, King Oliver, Benny Goodman… Miles Davis fu sempre e comunque in pole position, il suo preferito, quello che più di ogni altro la faceva volteggiare per i cieli della sua (in)coscienza. Blues, jazz, classica e sperimentazioni varie includenti elettronica, funk &SoOn si fusero e generarono una nuova impronta musicale. Ognuno ne ha una, lei aveva questa.
Intanto Ba coltivava anche un altro interesse: quello per il disegno. Nelle interminabili sedute in cui si dilettava in questa passione, ella ascoltava questi musicisti, tanto che nel risultato dei suoi lavori si trova qualcosa di loro, delle loro trombe, dei lamenti dei loro canti. E qui arriviamo al nocciolo della storia. Nel tempo Ba si trasformò in Brabs. Ciò accadde per una serie di motivi che non sto qui a raccontare perché non attinenti a questo scritto. Tutto si evolve. I comportamenti, i modi di pensare, le abitudini, anche l’arte e gli artisti. Le cose cambiano, maturano nuovi modi di esprimersi, di comunicare. Il mondo si muove e con lui l’uomo, che non rimane sempre lo stesso. Aggiungerei, per fortuna.
Quindi Ba diventa Brabs. I suoi disegni, che inizialmente contemplavano solo due colori: il bianco ed il nero, si sono aperti al colore ed alla sperimentazione su diversi fronti comportando un percorso artistico non rettilineo. Fra i sentieri zigzaganti di questo cammino ci sono diverse tappe in cui essa si è fermata a riflettere sulla strada fatta e quella da compiere. Non esiste una meta, nell’arte è difficilissimo averne una, almeno a sentire lei. La meta è il continuo ed infinito tentativo di migliorarsi, di trovare nuovi stili e nuovi modi di rappresentarsi.
Arriviamo al nocciolo. La settimana scorsa Brabs viene contattata. Le chiedono se autorizza l’uso dei suoi disegni per le copertine di una collana jazz. Una collana jazz, capite? Le dicono che non sono cd veri e propri, fisici, ma supporti digitali, venduti sui principali negozi on-line di musica, e quindi Spotify, iTunes, Amazon etc.
Dopo averci pensato un nanosecondo e facendo finta di essere fredda e lucida, ha comunicato la sua ferma decisione di accettare la gentile proposta. Poi è svenuta. Quando si è ripresa, ha avuto il secondo colpo:
“Partiamo con “Love for sale” di Miles Davis e John Coltrane…”
Così, tanto per stare leggeri… Miles Davis, uno dei suoi miti, uno dei caposaldi musicali della sua esistenza. Che sia un segno, Miles che la vuole ringraziare per averlo portato con sé nei suoi viaggi mentali, per aver impresso le sue note nei suoi vagheggi artistici legandole per sempre ai colori, ai tratti e alle sensazioni che essi intendono trasmettere. Quando, quel giorno di quasi estate, prese per la prima volta il rapidografo e si cimentò nella sublime arte del disegno, non avrebbe mai pensato che i suoi “pasticci” sarebbero mai stati selezionati come accompagnamento di grandi artisti, miti, punti di riferimento assurdi come John o Miles. Non ditele nulla, lasciatela godere di questo momento: Miles & Brabs… Perché Miles è Brabs o perché Brabs è Miles… opss sorry perché Miles è Miles…
N.B. il prossimo uscirà il 30 agosto. Sarà un Brabs 2011 per Chet Baker, uno così….
Love for sale – Miles Davis & John Coltrane – Spotify
Love for sale – Miles Davis & John Coltrane – itunes
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Wow, hai centrato miles e jhon :-) bel colpo!!!!!
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Grazie! Non ti rendi conto quale estremo orgoglio ;)
Buna giornata Marco!
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