Barcellona 01/12/2013 ore 13:37 (ristorante sul Barrio Gotico)
Voi non ci crederete ma ci ho messo ore per trovare il ristorante sardo di ieri notte. Mi sentivo come Indiana Jones alla ricerca del maialetto. E invece ero Brabs Pix e il maialetto perduto perché il Ballakanò è chiuso. Che poi non ne abbiamo parlato, ma già solo il nome merita attenzione e profondo rispetto, ma questo lo possono capire solo i sardi…
Comunque torniamo al viaggio, non fatemi distrarre. Anche stamattina sveglia all’alba. Se ieri ero provata, oggi sono un vecchio strofinaccio stremato dall’uso con manie immotivate di ottimismo. Insomma uno scherzo della natura.
Cerco di raccogliere le forze per pubblicare l’articolo di ieri che sembra una cosina così, ma qualche ora ci vuole, soprattutto quando la tecnologia ti odia e tu non le hai fatto nulla e urli al mondo la tua innocenza ma nessuno ti crede.
Dentro me nasce (e cresce) la consapevolezza che devo togliermi dalle balle, abbandonare il confortevole rifugio dell’albergo per prepararmi al grande ritorno. Però mi hanno detto che posso lasciare la valigia fino a quando voglio, anche perché mi ci manca solo lei…
Mi avventuro per strada. Se Praga questa estate (e dopo una settimana) era un luogo ormai familiare, Barcellona lo è di default dal primo momento, non ci si pone neanche il problema. Oggi poi è domenica e la sacralità della giornata richiede uno sforzo di buonumore a cui, in questa precisa situazione, sento l’esigenza di aderire. Perché forse non è chiaro come dovrebbe, ma oggi è domenica, il giorno in cui Dio si riposò. E così fanno i blogger, si riposano. Diciamo che il diario di oggi esce in edizione straordinaria e risicata. Sono convinta che non me ne vorrete, anzi probabilmente d’ora in poi spererete che sia sempre domenica, così da evitare i miei abituali sproloqui.
Barcellona 01/12/2013 ore 17:39 (Barcelona bus direction Girona airport)
Per le ragioni di cui sopra, questa mattina domenicale è stata dedicata alla cerveza assaporata in luoghi facili, da passeggiata e via. La prima tappa è la Cattedrale de la Santa Creu. Essa si arrampica su una via dietro la piazza del Municipio. E’ proprio mentre attraverso questa piazza che mi accorgo che c’è un sacco di gente riunita intorno a qualcosa che non riesco a vedere. Mi sollevo e scorgo una montagna di persone nude con della vernice rossa addosso. Cerco i riferimenti, che ne so un cartello, qualcosa e invece non c’è assolutamente niente. La cosa comunque non mi sorprende particolarmente, anche l’altra sera mentre andavo al museo Picasso nella stessa piazza c’erano degli animalisti, anch’essi con vernice rossa sul viso e dei grandi cartelli (vd. foto in galleria). Che siano gli stessi? La gabbia (vd. foto a lato) mi porterebbe a pensarlo…
Proseguo e arrivo senza difficoltà alla Cattedrale. Sinceramente la trovo bella, ma non particolarmente. Una cattedrale.
Dopo aver visto quella di Praga quest’estate, le altre mi sembrano noccioline. L’unica particolarità di quella di Barcellona è che, al suo interno, c’è un chiostro molto bello con alte palme. Non ne avevo mai visto una così, ma la trovo in stile con i tratti arabeggianti della città.
A proposito di palme e influenza araba, eccomi alla seconda tappa. Si tratta della Placa Reial coi suoi lampioni firmati Gaudì.
Cosa faccio, passo per Barcellona senza bermi una cerveza? E quale posto migliore di Placa Reial per farlo? C’è pure il mercatino di viale Trento! Sembra di essere a Cagliari la domenica, scendi in strada e, con assoluto relax, ti siedi in piazzetta a berti una birra e dimenticare lo scappellotto di cannonau della notte precedente.
I lampioni sono sempre composti al loro posto. Meno composto è un singolare signore che vi si appoggia e sembra dormire. Credo che Gaudì ne sarebbe felice, anzi, se l’avesse saputo, l’avrebbe progettato curvilineo e accogliente in modo da cullare il suo sonno…
La birra, per i miei gusti da pivellina, è molto buona. Ma si è fatto tardi, per cui decido (inutilmente) di raggiungere il Ballakanò.
Svanito il mio sogno di assaggiare (e documentare fotograficamente) le famose tapas maialesche, ho dovuto ripiegare per un ristorante sul Barrio Gotico solo che, ve lo dico, è fighetto. Purtroppo l’ho capito troppo tardi e non sono una di quelle che lo capisce e se ne va. A posteriori, e cioè dopo aver pagato, mi frusto figuratamente per non averlo fatto. Ma ormai è andata, e poi oggi è domenica non scordatelo.
Dopo qualche ora, per un inspiegabile moto di intraprendenza turistica, riesco ad alzarmi dal tavolo e a rimettermi in strada, non prima di aver mangiato la crema catalana che non conoscevo e che… Provatela.. ma non in Italia, mi dicono.
Cieli europei 01/12/2013 ore 21:03 (in aereo)
Provata dalla legittima inutilità della giornata, mi rimetto per strada alla ricerca del Palazzo Güell. Sono sicura che, nel frattempo, avrete studiato per cui conoscerete a menadito la storia di questo posto. Ragion per cui non mi dilungherò con le mie tedianti pillole nozionistiche. L’unica cosa che vi posso dire è che è vero, lo spazio a disposizione dell’architetto (Gaudì per chi non avesse studiato) era davvero stringato. Ma lui, come al solito, ci ha “zaccato” il classico capolavoro. A differenza delle Batllò e Pedrera, la forma squadrata del Palazzo Güell riflette l’esigenza di condensare in un piccolo spazio una marea di roba: le stalle nel seminterrato, l’ingresso con rimessa per carrozze nel piano terra, la casa padronale divisa su più livelli e infine la splendida terrazza, una delle più belle di Barcellona coi suoi estrosi comignoli.
Stavolta è facile arrivarci, penso. E’ esattamente speculare a Placa Reial dalle Ramblas. Eppure mi perdo in mille vie. Però poi quando ci arrivo… Non entro! Io vorrei entrare ve lo giuro, ma in biglietteria leggo che per oggi sono al completo. Mi invitano ad acquistare il biglietto per un altro giorno. Beh, visti i tempi lunghi che ho letto esserci, mi conviene prenotare per la mia prossima visita a Barcellona.
Conclusioni finali
La verità è che viaggiare d’inverno é tutta un’altra cosa, il freddo mortifica ogni entusiasmo. Ho chiamato i neuroni, mi imbucano alle Bahamas. E’ stato tutto molto bello. Ciao.
P.s. per quanto riguarda la questione sperimentale concernente questo viaggio, non sono ancora giunta a delle conclusioni, lasciatemi almeno tornare a casa, riflettere e interiorizzare e poi vi consegnerò un’analisi ineccepibile della fenomenologia del maialetto “tapizzato”.
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Dimmi la verità: lavori per qualche guida turistica o ufficio del Turismo? ;) Ora voglio andare a Barcellona anche io eheh :)
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Ahahah no… è che le cose belle vanno valorizzate e Barcellona va visitata. Di certo non basta un week end ma forse neanche una settimana. Ci sono tante di quelle cose, basta saperle cercare :) Beh il mio consiglio è assolutamente di andarci, però meglio d’estate, ci son feste dappertutto. Quella nel quartiere di Gràcia è bellissima. Poi mi ringrazierai! Ps se parti avvisami che chiedo la percentuale all’agenzia di viaggi
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Naturalmente io conservo tutti i tuoi consigni come sempre! Ma almeno uno sconticino è disponibile…? Ché sono disoccupato eheh Almeno un autografo sul manuale sentimentale ;)
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Si può fare ;)
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