E’ una domenica mattina assolata di febbraio. La Sardegna ha deciso di regalare un anticipo di primavera ai suoi abitanti. Mentre assaporo in silenzio il suo caldo tepore, mi imbatto per caso nella notizia di una mostra fotografica che parla proprio di
Sardegna e di chi da questa terra è andato via e ha avuto modo di affermarsi altrove.
Si tratta di 88 ritratti scattati dalla fotografa cagliaritana Daniela Zedda che, per due anni, ha rincorso sardi emigrati in tutta Europa per immortalarli con la sua macchina fotografica.
Sono persone che, “aldilàdelmare”, hanno trovato nuove opportunità. Fra gli altri, anche nomi illustri dell’arte e la cultura sarda, come il musicista Paolo Fresu a Bologna nel Santuario della Madonna di San Luca, il filosofo Remo Bodei al Palazzo Reale a Pisa, il pubblicitario Gavino Sanna nella sua casa a Milano, la direttrice del Mart Cristiana Collu nel Museo di Rovereto, lo stilista
Antonio Marras al Palazzo Clerici a Milano. Solo per citarne alcuni.
Non ci sono solo persone note ma anche ristoratori, scienziati, artigiani e sportivi ritratti nei luoghi ove hanno costruito le loro professionalità, dove hanno affondato delle nuove radici. Oltre all’Italia, anche città all’estero come Barcellona, Parigi, Copenhagen, Helsinki.
Alla mostra è accoppiato il libro scritto da Maria Paola Masala che, oltre a raccontare la nascita e il significato del progetto, dipinge i ritratti di ognuna delle persone coinvolte (il libro è acquistabile, a Cagliari, nelle librerie Mieleamaro, Tuttestorie, Tiziano e a La libreria di via Sulis).
Mi sembra un progetto interessante, nato da una ricerca di persone spesso molto differenti che, pur mantenendo la loro identità, fuori dalla Sardegna hanno trovato la loro strada, o comunque hanno avuto la possibilità di tentarci. Essi rappresentano un esempio del coraggio di lasciare la propria terra per cercare di realizzare le proprie ambizioni, per crescere a
livello professionale e, di conseguenza, anche a livello personale attraverso i maggiori stimoli. E’ un punto di vista che vale la pena approfondire anche per la sua valenza sociologica e di approfondimento e comprensione dei meccanismi che portano all’abbandono dell’isola per la sua assenza di possibilità, soprattutto di un certo livello.
Nonostante la lontananza, ognuno dei sardi fotografati ha in comune il forte legame con la sua terra d’origine, un legame che il mare non può annullare.
Chiudo con le parole di Daniela Zedda:
“Certe caratteristiche di sardità che in casa sono difetti, esportate si trasformano in pregi. L’ostinazione diventa costanza, la diffidenza misura, la timidezza affidabilità. E chi ha talento (e in questo libro ce n’è tanto), riesce a spenderlo al meglio.”
Secondo me vale la pena fare un salto al Liceo artistico Foiso Fois di Cagliari. La mostra sarà fruibile sino al 2 marzo 2014. E’ aperta tutti i giorni, tranne il lunedì, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20.
LINK UTILI:
Daniela Zedda – Sito web
Liceo Foiso Fois – Sito web
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