Ho sognato Aaron Swartz. Erano giorni che il suo nome mi correva in testa. Aaron Swartz…
Mi ha detto:
“Non c’è giustizia nel seguire leggi ingiuste. È tempo di venire alla luce e, nella grande tradizione della disobbedienza civile, dichiariamo la nostra opposizione a questo furto privato della cultura pubblica.
Abbiamo bisogno di prendere le informazioni, ovunque siano archiviate, rendere le nostre copie e condividerle con il mondo. Abbiamo bisogno di prendere roba che è fuori del diritto d’autore e aggiungerla all’archivio. Abbiamo bisogno di acquistare banche dati segrete e metterle sul web. Abbiamo bisogno di scaricare riviste scientifiche e caricarle su file le reti di scambio. Abbiamo bisogno di lottare per il Guerilla Open Access…”
(Aaron Swartz – Guerilla Open Access Manifesto, Luglio 2008)
Ma partiamo dal principio. Da tempo mi ero fatta un appunto dopo aver saputo dell’uscita di “The Internet’s Own Boy“, il documentario sulla sua vita. In realtà sapevo poco di lui ma le anticipazioni sull’articolo che ne parlava mi avevano decisamente convinta ad approfondire. Così, una settimana fa, è riaffiorato da qualche parte del cervello. Aaron Swartz.
L’altra notte avevo giusto un po’ di tempo e molta curiosità in arretrato.
Per iniziare vi faccio un quadro sommario sulla figura di Aaron fornendovi, a fine articolo, link e fonti, nonché il documentario che spiega molto chiaramente la sua vita, la sua personalità e ciò che accadde.
Aaron Swartz era un ragazzo americano di 26 anni genio dell’informatica, anzi genio e basta. Nel documentario ci sono video della sua infanzia in cui lo si vede a 3 anni già leggere. La madre racconta che a un certo punto imparò. Da solo.
La sua curiosità si spingeva in tutti i campi e, quando ebbe a che fare col computer, ne diventò suo incontrastato padrone.
Ciò che, a mio parere, differenzia Aaron da altre persone che hanno posseduto un alto quoziente intellettivo, è che egli capì che le sue risorse andavano indirizzate per aggiustare il mondo. Nel suo modo di vedere le cose era necessario operare in questo modo tanto che questa divenne ben presto la sua missione. Uno dei punti più importanti su cui egli si batté fu l’importanza della condivisione del sapere e dell’accessibilità per tutti alla Rete. Egli, in giovanissima età, conobbe e collaborò con Tim Berners-Lee, il padre del World Wide Web. Anche Berners-Lee, come lo stesso Aaron, ha sempre operato senza fini di lucro sulle sue scoperte e creazioni, condividendole col mondo e permettendo a tutti l’accesso alla grande Rete. Solo così son potute nascere realtà come Internet e Wikipedia, che Aaron aveva peraltro anticipato in un sito frutto di un lavoro scolastico che si chiamava The Info Network.
Per farvi capire chi era Aaron Swartz vi posso dire che, grazie a lui, si son fatti grossi passi sui flussi RSS. Assieme a Lawrence Lessing (ex-avvocato esperto in diritto d’autore e direttore dell’Edmond J. Safra for Ethics ad Harvard), ha scritto la licenza Creative Commons (di cui peraltro si avvale anche questo blog) ed era suo Reddit, uno dei primi siti di social news. Dopo la vendita di quest’ultimo ci fu la vera inversione di Aaron. Egli capì che non si sarebbe mai adattato al sistema e cercò di trovare altri modi per raggiungere l’obiettivo.
Intanto aveva fondato Demand Progress, una piattaforma di attivismo digitale che registra tuttoggi numerosi iscritti. Inoltre aveva partecipato alla creazione della Open Library.
Ovviamente, come nei migliori (?) film americani, l’FBI non poteva non accorgersi del nostro eroe del web. L’attenzione dei federali si concentrò su di lui a partire dal 2009, quando scaricò, e mise in rete, gran parte delle informazioni contenute su PACER (Public Access to Court Electronic Records). Si trattava di documenti giudiziari pubblici che venivano venduti in forma organizzata e digitalizzata. Aaron questo non lo sopportava: che la conoscenza non fosse accessibile a tutti. Parlava di allargare il sapere in tutto il mondo consentendo ai paesi più poveri e arretrati di accedere alle scoperte scientifiche e alla conoscenza in generale. Parlava di fame e povertà, per lui questi erano temi molto sentiti, ci doveva essere un modo per rattoppare il sistema… Beh una grande vittoria la ebbe di certo quando partecipò all’oscuramento per giorni di Reddit e Wikipedia convincendo i deputati americani che la SOPA (Stop Online Piracy Act), una legge che intendeva introdurre la censura e combattere la condivisione di contenuti protetti in Rete, non andava approvata.
Il fatto che generò maggiori problemi, tuttavia, accadde nel 2011 quando Aaron si attaccò a un computer nello scantinato del MIT e scaricò milioni di articoli dalla Jstor, una biblioteca universitaria. Aaron fu beccato e rischiò 35 anni di carcere e 1milione di dollari di multa. Tuttavia la Jstor fece cadere le accuse ma il procuratore generale del Massachusetts non volle mollare la presa. L’opinione più condivisa è che volessero immolare un martire, punirne uno in modo esemplare per intimorire gli altri. Parlo di hacker che compivano furti di informazioni e violazioni di sistemi informatici anche governativi. Il governo voleva che Aaron Swartz fosse un esempio.
Le informazioni rubate da Aaron erano articoli scientifici, egli non intendeva diffonderli bensì analizzarli. In questo modo in passato aveva trovato discrepanze nei sistemi di aggiudicazione di licenze delle aziende, triangolazioni varie e aveva fatto trapelare la cosa. Di certo le sue macchinazioni non erano gradite.
Il MIT non prese posizione lasciandolo solo in balia dei suoi carnefici. Aaron non resse il colpo e si ammazzò l’11 gennaio del 2013. La possibilità di passare la vita in prigione lo terrorizzava, così come il fatto che la fedina penale sporca gli avrebbe pregiudicato per sempre l’accesso a certi lavori istituzionali, come quello alla Casa Bianca a cui lui aspirava col fine di cambiare le cose e migliorare il sistema.
Capite perché ho sognato Aaron? Io credo che fosse un illuminato, una persona dotata di grande coraggio e bontà d’animo, un esempio per tutti. Vedendolo nelle immagini del documentario, prima bambino poi piano piano adulto (o quasi), mi è sembrato quasi di conoscerlo nella sua intimità e di comprendere la sua urgenza di riparare il mondo, un’urgenza che lo portò tristemente al suicidio. Ho pensato che, per onorare i suoi principi di condivisione, che peraltro abbraccio da sempre, fosse doveroso raccontare di lui. Mi son dilungata perché so che non tutti avranno voglia o tempo di vedere il documentario e spero che almeno queste informazioni testuali riescano a circolare.
Il video, a mio parere, è da vedere perché fornisce diverse informazioni interessanti sulla legge sul diritto d’autore e racconta la nascita e lo sviluppo di Internet, nonché le problematiche legate alla sua diffusione.
Il regista Brian Knappenberger si è appassionato alla storia di Aaron colpito e frustrato dalla notizia del suicidio. Ha pensato che fosse giusto riportare la sua vita perché incoraggiasse il mondo a continuare la sua lotta. Così ha deciso di raccontare la vita di Aaron dando voce alle persone che l’hanno conosciuto e hanno avuto a che fare col suo innegabile genio.
The Internet’s Own Boy si può scaricare su tutte le piattaforme di video sharing, è distribuito, coerentemente col suo protagonista, sotto la licenza Creative Commons.
“… Se saremo abbastanza nel mondo non manderemo solamente un messaggio contro la privatizzazione della conoscenza, ma questa sarà un ricordo del passato. Vuoi unirti a noi?”
Aaron Swartz – Guerilla Open Access Manifesto (Luglio 2008)
“Sì Aaron…”
Fonti: Il documentario su Aaron Swartz, The Internet’s Own Boy | 10 motivi per ricordare Aaron Swartz | The Internet’s Own Boy: The Story of Aaron Swartz – Wiki | Aaron Swartz – Wiki
Che storia, ragazzi, che storia!
Persone così rivoluzionano il mondo, peccato siano fragili.
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Io credo che la loro fragilità stia proprio nella forza dei loro ideali che li fa sentire diversi e osteggiati dal mondo. Nella parte finale del documentario si parla dell’equilibrio psicologico di Aaron. La madre dice che non ha mai dato segni di depressione, sin da bambino è stato uno scoppio di energia (e i video ne sono la prova), poi ha capito il mondo e ha provato sulla sua pelle l’incapacità di adattarvisi. Le vicende giudiziarie hanno fatto il resto purtroppo. Non sai quanto mi dispiaccia, il suo sorriso pulito e semplice mi ricorda una persona che, come lui, ha lasciato questa terra tempo fa e che è rimasto sempre nel mio cuore. Li terrò insieme perché, pur non conoscendo Aaron, ha fatto tanto (anche) per me :)
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Il video lo vedrò questa sera, mi pare una storia davvero interessante.
Grazie per averlo condiviso :)
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Grazie a te per l’interesse :)
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sempre meraviglioso leggerti e su un argomento sconosciuto a molti, riesci a renderlo indispensabile..
sempre quel fluir di parole che scorrono..
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Grazie Maurizio, sempre molto gentile :)
Spero di dare il mio contributo perché si diffondano certe idee che stanno poi alla base della democrazia. Sì, lo so, vien da chiedersi: quale democrazia? Ehmmm….
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L’ha ribloggato su squarcidisilenzioe ha commentato:
Grazie a Barbara per avermi fatto conoscere la storia di Aaron Swartz.
Certe storie possono cambiarci la vita o almeno aiutarci a provare.
Chiara
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Hai detto bene: aiutarci a provare. Io credo che la divulgazione di certe idee sia già un primo passo in quella strada.
Per questo sono particolarmente felice di questa tua condivisione e ti ringrazio di cuore.
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Vedere il documentario mi è stato di ispirazione. Dovrebbero vederlo in tanti, io fino a ieri nemmeno lo conoscevo.
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Da tempo volevo approfondire la storia di Aaron e poi questa mattina leggo il tuo post !! ;D
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Ti consiglio anche la visione del documentario se hai un’oretta di tempo, è illuminante!!!
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