Luogo: Venezia >> Giardini della Biennale / Arsenale
Curatore: Ralph Rugoff
Artista: Soham Gupta (India)
Dal 9 Maggio al 24 Novembre 2019
Ad aprire la mostra centrale dell’Arsenale, è un’installazione fotografica molto particolare. Si tratta di “Angst” (2013-2017), serie di ritratti notturni del fotografo indiano Soham Gupta.
La particolarità di questo lavoro è che non si tratta, come potrebbe sembrare, di un semplice reportage della Calcutta notturna. L’artista si spinge molto oltre una documentazione statica e voyueristica, egli conosce e intervista le persone che immortala col suo obbiettivo e, a corollario delle foto, presenta le loro storie.
Per questo motivo, Soham Gupta sembra cogliere l’essenza più intima negli sguardi e nelle espressioni di questi volti, ne cattura la storia personale in un rapporto di scambio fra lui e i suoi soggetti. Questi son dunque reali, il fotografo non scatta senza che se ne accorgano, bensì chiede loro espressamente di mostrarsi per quello che vogliono essere.
Ecco come Ralph Rugoff motiva la sua scelta di includere il fotografo fra gli artisti selezionati per la mostra centrale di questa 58esima Biennale:
“È l’artificio che garantisce l’accesso all’umanità di queste persone, molto più di una fotografia giornalistica di un individuo che soffre. La percezione che si ha degli individui ritratti da Gupta è egualitaria: sono persone, non altre categorie di esseri umani. Quindi ci sono modi per criticare la società, il divario nella ricchezza e il modo di guardare le immagini, che agiscono in modo alternativo, permettendo a qualcos’altro di accadere e manifestarsi. Queste sono strategie post-critiche“.
Gupta ha scelto i suoi soggetti fra persone che vivono per strada o che popolano la notte di quella che viene chiamata City of Joy, ossia Calcutta. Persone che riflettono negli occhi la loro condizione di povertà ed emarginazione. Attraverso questi scatti, ha dato loro la possibilità di esistere, di confermare la loro identità, di non essere dei fantasmi sconosciuti e trasparenti alla società occidentale.
Ecco le parole toccanti dell’artista che descrivono questo lavoro:
“Hai appena prestato le tue orecchie a quelle grida silenziose, nel profondo del bidone della spazzatura, nell’anima intrappolata del gatto morto puzzolente e nell’incosciente pazzo, le mosche che ronzavano intorno a loro, o in quel paese che puzza di liquori con i brontolii degli ubriachi malinconici e impoveriti.
[…]
La città, come quella teiera dimenticata, si sente così amareggiata che le foglie del tè che riposano nell’utero della teiera – come il tuo amore per Calcutta – sono responsabili di tutta l’amarezza.”
Il fotografo si immedesima empaticamente con questi emarginati, si identifica con le loro sofferenze e difficoltà, ne avverte un’affinità istintiva. Dopo avere trascorso del tempo con ognuno, registra le loro storie di molestie sessuali, abusi domestici e abbandono. E vi assicuro che anche lo spettatore è portato ad immedesimarsi, a cogliere dentro quegli sguardi in ombra, la verità profonda della loro condizione.
Ecco le immagini, buona visione!
N.B. Come per gli altri artisti chiamati da Ralph Rugoff, le opere di Soham Gupta sono presenti sia all’Arsenale, sia ai Giardini.
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Categories: Arte & curiosità dal mondo, Tendenze ed eventi
Lavoro davvero interessante e potente
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Assolutamente!
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