“Caprone sm. il maschio della capra, semplicemente più grosso, genere di caprovini con numerose specie domestiche e selvatiche; hanno corna spesso a falce e lungo pelo utilizzato per tessuti; vivono di preferenza in luoghi dirupati. Dicasi anche di uomini dalle nefande abitudini, dalla villana spiccata e dal pelo libero e selvaggio abbracciato tra i bottoni della camicia. Tale peluria, soprattutto quando sudata, emette odori pungenti, rimembranti, appunto, ovino sentore…”
Questa è la prima parte della presentazione del lavoro Caproni di Pterös, una mini ensemble che ha l’obiettivo di ridare vita a spazi “indecisi” (dalla definizione di Gilles Clément).
Ciò si traduce nell’invasione e riscoperta di spazi di archeologia industriale abbandonati (location di Caproni è una fabbrica dismessa di Predappio in Romagna).
I due simpatici componenti/ideatori di Pterös sono gli italiani Francesco Selvi e Matteo Pini.
Entrambi affetti da miopia ed ipermetropia sin dall’infanzia, dichiarano di essere arrivati alla loro arte perché, vedendoci appunto male, hanno dovuto reinventarsi una realtà tutta loro.
Ironia e tecnica fotografica si mescolano dunque nei loro suggestivi lavori, che hanno anche il pregio di farci riscoprire luoghi della nostra memoria.
Questi lavori risalgono al 2011. Attraverso questo link, potete vedere anche “Un pomeriggio color carta da zucchero” (Ex Zuccherificio Eridania, Forlì), una sequenza fotografica che narra la storia di un picnic industriale…
Link utili / Useful links:
Pterös
Gilles Clément – Wikipedia
Categorie:Arte & curiosità dal mondo
Bellissime foto e Bellissima idea
"Mi piace""Mi piace"