La vita dopo la morte? È possibile e vi spiego perché. Osservate bene questa immagine. Cosa vi ricorda?
Esatto, proprio un uovo, simbolo della nascita e della vita. Ricordate la biblica frase “Cenere e polvere eravamo e cenere e polvere torneremo“? Bene, il progetto Capsula Mundi, ideato dai designer italiani Anna Citelli e Raoul Bretzel, si basa su un concetto di questo tipo, anche se un tantino più complesso e articolato.
Le capsule che vedete sono delle “uova” biodegradabili in cui viene depositata la salma in posizione fetale. Esse diventano nutrimento e vita per il seme di una pianta la cui tipologia viene scelta dal defunto quando ancora in vita. E qui sta la poesia e bellezza di questo progetto: la morte che diventa vita, la trasformazione dei cimiteri in “boschi sacri“, come li definiscono gli ideatori del progetto.
Certo non è proprio la vita dopo la morte a cui normalmente si pensa ma potrebbe rappresentare la stasi, l’eterno riposo cullato dal vento.
A lato una foto che vi spiega il processo.
In realtà le ragioni che hanno motivato il progetto vanno ben oltre la poesia. Esso è pensato per trovare delle soluzioni sostenibili all’impatto ambientale dei cimiteri tradizionali, impatto causato sia dal disboscamento (ogni anno in Italia si abbattono 50 km quadrati di bosco per la produzione di bare), sia dal consumo di suolo dei loculi cimiteriali per giunta in cemento. Per non parlare del rilevante risparmio economico per la famiglia.
L’idea ha un indubbio richiamo al riciclo, a un modo per ridurre l’impatto dell’uomo sull’ambiente anche dopo la morte. La vita umana è vista in modo biologico e integrata con la natura e la terra con cui si riconcilia per sempre. Cenere e polvere eravamo…
Il progetto sta riscuotendo successo in paesi come l’Australia, il Canada e la Gran Bretagna. In quest’ultima, ad esempio, sono più di duecento i “cimiteri verdi“.
Certo vien da pensare che l’albero non è come il loculo, lo si scorda prima. In realtà funziona nello stesso modo perché è compito di parenti e amici prendersi cura della sua crescita. In ogni caso, dopo tre generazioni (se siete fortunati), vi dimenticherebbero anche in un loculo o nella cappella più stravagante che si sia mai vista. Mi chiedo, è meglio diventare parte dell’essenza di un albero o uno scheletro triste avvolto dal cemento? Perdonate la retorica…
LINK UTILI:
Capsula Mundi – Website
Capsula Mundi – Facebook fan page
Categories: Arte & curiosità dal mondo, Curiosity killed the blogger
Il progetto è bellissimo.
Personalmente preferirei diventare polvere sotto un albero, magari in un bosco, anziché marcire nel gelo del cemento.
Ci sono boschi che vivono centinaia di anni e restano nella storia, al contrario di tante vicende umane che passano senza lasciare alcuna traccia…
Bel blog, ti leggerò con piacere.
Ciao!
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Sono d’accordo su tutto e ti ringrazio per il commento. Sinceramente non ho mai apprezzato particolarmente i cimiteri, anzi ho una sorta di idiosincrasia nei loro confronti. Di contro, se dovessi prendermi cura di un albero e lo vedessi crescere grazie all’alito di vita di un mio caro, beh credo che sarei ben felice di farlo anche se il mio pollice verde non è esattamente eccelso (ma ci posso lavorare) ;)
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:) Grazie a te per le suggestioni e per il bellissimo post.
Buon lavoro con il pollice verde!
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Ah ah ah grazie ;)
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Mi piace l’idea di diventare un albero quando non ci sarò più, mi piace anche perchè credo che nessuno sarebbe disposto a portarmi qualche fiore in cimitero una volta ogni tanto; magari , una volta ogni tanto qualcuno sarebbe disposto a buttarmi un secchio d’acqua addosso; l’ideale sarebbe morire in autunno, cosi’ non ci sarebbero problemi di attecchimento, ci penserebbe la stagione delle piogge e la natura farebbe il suo giusto corso.
Scherzi a parte, in questo modo contribuiremmo un pò tutti a salvaguardare l’ambiente lasciandoci dietro un “mondo migliore”.
Bravissima, e, allena il tuo pollice verde.
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Ma noooo, io credo che qualcuno si sforzerebbe e ti porterebbe dei bellissimi fiori, non disperare… anche perché l’alternativa pianta è assai in salita visti i risultati passati. Se qualcuno magari le avesse contagiato nei geni un po’ di quel pollice verde che ti contraddistingue…
ps Prrrrr ;)
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l’idea è interessante, anche se un pò m’inquieta e pone aspetti di carattere familiare alla voce “affetti” che sicuramente qualche dibattito sulla cosa creerebbe
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Tutto sta nell’abituarsi. E poi c’è la questione ambiente che non é da sottovalutare ;)
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L’ha ribloggato su Salus Nova: progetto salute, obiettivo benesseree ha commentato:
Curioso davvero!
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Sì, e anche molto interessante. Peccato non ci sia ancora da queste parti, ci penserei seriamente.
Grazie per la condivisione :)
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Ciao
una curiosità a cui non ho trovato risposta nel sito web di capsula mundi e forse, chi sa, tu potresti saperlo: di cosa è fatta questa capsula? Che materiali?
Io preferirei essere bruciata e usata per concimare un albero, in un bosco sacro, ma mi rendo conto che il forno crematorio non è molto ecocompatibile….
Grazie!
Lisa
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In effetti… Guarda un po’ qui:
http://www.greenme.it/vivere/costume-e-societa/15865-capsula-mundi-albero-morte
Si tratta di “plastica di amido, un materiale 100% biodegradabile”.
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Mi piace, spero ci sia un giardiniere bravo !
Da questo ho capito che prima e’ nata la gallina, poi quando è morta l’hanno rinchiusa in un uovo e seppellita, poi è rinata !
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Ah ah ah LoL ;)
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