“Era troppo per crederla vera; così complicata, immensa, insondabile.
E così bella, vista da lontano: canyon d’ombra e di luce, scoppi di sole sulle facciate in cristallo, e il crepuscolo rosa che incorona i grattacieli come ombre senza sfondo drappeggiate su potenti abissi.”
Jack Kerouac
New York, 22 agosto 2016
East Village, ore 19:15
Il lunedì la maggior parte dei musei chiude, mi dice il mio amico newyorkese. Nessun problema, rispondo io, ho diversi itinerari, nella mia lista di quelli possibili, che non richiedono neanche che mi prenda la briga di controllare. Ragion per cui scelgo di andare nella
zona sud di Manhattan in alcuni dei luoghi che chiunque passi per questa città, a mio parere, non può esimersi di visitare. Due di questi sono indubbiamente Wall Street e la Federal Hall.
Ecco una panoramica della piazza su cui si affacciano i due edifici.
Nel prossimo video vi do qualche informazione su entrambi. A seguire alcune foto.
Una delle curiosità di questa zona che mi ha colpito durante lo studio della città è la presenza di una chiesa che, da 3 secoli, fa da custode a Wall Street.
Parlo della Trinity Church, edificio in stile neogotico che fa capolino fra le mostruosità avveniristiche che contraddistinguono la zona. Piccola fra i numerosi grattacieli che la circondano, infatti, eccola spuntare con le sue guglie appuntite proprio nella strada che porta a Wall Street e la Federal Hall.
Ve ne parlo nel video che segue.
Cammino lungo Broadway e, nel Bowling Green Park, mi imbatto in uno dei simboli della Borsa di New York, il famoso Toro di Wall Street, una scultura bronzea realizzata dall’artista siciliano Arturo Di Modica a sue spese e installata, e senza autorizzazione, di fronte alla Borsa nel 1989. Il toro sta a rappresentare la forza con cui gli Stati Uniti hanno reagito al crollo finanziario del 1987. Peccato che, dopo un primo tentativo di rimozione, l’opera sia rimasta lì con diverse problematiche relative alla proprietà e al copyright. Però porta bene per cui, fra vedere e non vedere, passo a toccarla.
Lungo la strada mi fermo più volte ad ammirare il panorama fitto di grattacieli. Non pensavo che avrei potuto usare il termine “ammirare” ma devo ammettere che le loro adunanze, a stretto contatto coi palazzi d’epoca fortunatamente scampati alla ricostruzione compulsiva tipica dei newyorkesi, mi affascinano. Le sfumature del cielo sembrano fondersi con le silhouette allungate, le nuvole si specchiano sulle coperture vetrate e, a fissarli dal basso, sembrano danzare su se stessi formando una vertigine avvolgente. Ci si sente così piccoli, il vento dell’oceano vicino impazza, le navi suonano all’improvviso. Insomma è un coacervo di suggestioni diverse che spaventano e allo stesso tempo ammaliano. Il famoso skyline di New York, il più bello al mondo…
Ho fatto qualche fotografia.
Ma c’è un altro luogo qui vicino che non può essere ignorato. In realtà io non ci sarei voluta andare, ho combattuto a lungo con me stessa per decidere cosa fare. Si tratta di Ground Zero, il Memoriale dell’11 settembre. Ricordo come se fosse ieri quel pomeriggio (ora italiana) in cui avvenne l’attacco, quelle immagini non se ne andranno mai dalla mia memoria e andare lì, ci avevo visto bene, mi avrebbe fatto male. Molto male.
Però ho voluto farlo almeno una volta perché credo che sia importante per le persone che vi hanno perso la vita, per porgere loro un saluto e stare loro vicini raccogliendosi nel silenzio. Inoltre credo che sia giusto parlarne perché si capisca l’atrocità di un atto così crudele soprattutto perché perpetrato su persone innocenti, vittime di una guerra che non gli apparteneva. Quelle anime ancora aleggiano in quel luogo, vi sono intrappolate per sempre incapaci di comprendere il senso di ciò che è successo, ferme nell’orrore di quei momenti indimenticabili per tutti.
Questo penso mentre mi fermo nell’opera gigantesca realizzata nell’area prima occupata dalla Torre Sud. Mi fermo vicino a una rosa conficcata nell’iscrizione di un nome per scoprire che i fiori sono posti quando le persone avrebbero compiuto il loro compleanno. Ce ne sono diversi lungo il perimetro.
Così ripenso al mio viaggio in metropolitana di stamattina e a una donna vestita di tutto punto con un abito rosso a fiori e un tacco importante che scendeva alla fermata di Ground Zero. Mi assale una grande tristezza. Quella donna portava con sé un mazzo di fiori ed è scesa orgogliosa e con passo fermo. Adesso capisco. E soffro. Per lei. Per chi stava andando a festeggiare. E per tutti gli altri.
Mi soffermo accanto alla rosa e osservo la grande buca ripulita dei detriti dopo il crollo della torre. L’ architetto statunitense Daniel Libeskind, incaricato di progettare il memoriale, ha optato per non riempire ma dare la sensazione del vuoto, quella mancanza che mai potrà essere colmata. Le fontane laterali di 9 metri buttano l’acqua all’interno, acqua che poi scende ancora venendo risucchiata in un ulteriore buco centrale a forma di quadrato. È impressionante. Davvero. Cerco di fare una registrazione ma è troppo triste. Mi sposto nella torre nord dove trovo la stessa opera gemella della torre sud: stessa buca con stesse cascate e stesso buco centrale. Al suo fianco oggi sorge l’One World Trade Center, il grattacielo che viene chiamato Freedom Tower, che è alto 1776 piedi come l’anno di nascita degli USA. Esso, coi suoi 561 metri, è attualmente il grattacielo più alto degli Stati Uniti. Al suo fianco il World Trade Center Transportation Hub progettato dall’architetto Santiago Calatrava, che sarà in grado, quando inaugurato, di servire 250.000 pendolari al giorno e milioni di visitatori annuali provenienti da tutto il mondo.
Faccio un video di 1 minuto, 1 minuto di silenzio per le vittime, lo stesso silenzio che accompagna il mio rientro denso di una tristezza assoluta.
Con questo minuto chiudo questa giornata.
“Che cosa non mi piace della morte? Forse l’ora.”
(Woody Allen daily pill)
Stay NYed!
Ottimi questi mini video ;) vere e proprie Pillole di NY
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Grazie Lilly, tutto molto sperimentale e da perfezionare ma credo anch’io possano essere utili anche perché accessibili anche da youtube tramite motore.
E poi è divertente ;)
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Spero monterai al rientro un video su NY ;)
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Vediamo, sono molto digiuna in fatto di video e montaggio però è un’idea :)
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L’ha ribloggato su l'eta' della innocenza.
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