L’uso del corpo come pennello non è di certo una novità nell’arte, ma il risultato geometrico e astratto di Haris Lithos possiede, filtrato dalla poetica dell’artista, una profondità molto interessante da esplorare.
L’artista parla infatti di una storia da raccontare: egli si sente un narratore che, attraverso il corpo dei suoi modelli, esprime la loro unicità e personalità.
Come potete notare dalle foto in galleria, Haris Lithos ha una predilezione per una parte specifica del corpo umano, i glutei femminili,
di cui si serve per realizzare i suoi dipinti. Egli si difende dalle accuse di oggettivazione del corpo femminile affermando che, nel processo di creazione di un’opera, viene stabilito con la modella un profondo rapporto di intimità, quasi sacro. L’artista stende la vernice sul corpo della modella e imprime sulla tela il prodotto di questa unione. Tutto ciò permette, secondo le parole dell’artista, di mettere in risalto la sessualità della donna e di non sfruttarla in modo piatto e oggettivante.
A voi le immagini. Buona visione!
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Eheh, criticabile moralmente e commercialmente, nel nudo femminile interessa più la modella che la fotografia, ma non si riesce a staccare gli occhi :-) da ciò di cui è stata colta la magica essenza.
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In realtà qui si parla di pittura. E soprattutto questo è un blog d’arte, non di pornografia. In caso ti interessi il primo argomento, la lettura dell’articolo ti permetterà di andar oltre le figure. Nel caso non ti interessi, puoi gentilmente evitare questo blog e andare a lasciare i tuoi sagacissimi commenti altrove.
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Commenti del genere li mettono anche sulle riviste di fotografia, in effetti anvhe tu vendi corpi femminili, a mai risentirci.
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Sì, in effetti non hanno ancora trovato un algoritmo capace di impedire agli inopportuni (perdono a me stessa questo infame eufemismo) di esprimersi. Addio.
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