Curiosity killed the blogger

Aiutamo Gemiliana Assorgia: stilista italiana aggredita (e bloccata) in Vietnam

Gemiliana Assorgia - i segni dell'aggressione avvenuta a Saigon (Vietnam)

Gemiliana Assorgia – i segni dell’aggressione avvenuta a Saigon (Vietnam)

Pur non essendo materia di questo blog, mi pare indispensabile divulgare l’appello della mia connazionale Gemiliana Assorgia aggredita e bloccata a Saigon, in Vietnam. Soprattutto spero che, anche attraverso questo articolo, la sua voce possa giungere a qualcuno in grado di aiutarla a porre fine al suo incubo fatto di violenza fisica e psicologica. Non aggiungo altro, vi lascio alle sue parole che sono più che significative.

Mi chiamo Gemiliana Assorgia e sono vittima due volte. Vittima di una brutale aggressione in Vietnam e vittima del Consolato italiano che ha cercato di convincermi in tutti i modi a lasciare quel Paese senza ottenere giustizia.

Sono una stilista ed ho viaggiato sempre per lavoro fino ad arrivare in Cambogia dove ho trovato una nuova patria e dove conto di tornare. Sfortunatamente qui non c’è un’ambasciata italiana e per rinnovare il passaporto mi sono dovuta recare in Vietnam. Ad HCMC dove la notte tra il 5 e il 6 ottobre scorsi sono stata aggredita in un locale da sconosciuti che mi hanno ferito con due bottiglie e preso a calci e pugni, strappato la t-shirt lasciandomi a seno nudo nella strada più popolata di Saigon.
Ero totalmente in shock!!!

Da qui il mio calvario: ho chiamato prima l’Ambasciata in Hanoi i quali mi hanno messo in contatto con la Console Colli. Ho supplicato di mandare una donna ad aiutarmi. Ero in shock e in terribile bisogno di supporto, ma nonostante me lo avessero promesso non si è presentato nessuno in ospedale.

Dal giorno dopo hanno iniziato il massacro per cercare di farmi scappare dal Paese senza ricevere cure e giustizia.
La Console, mi ha ricevuta solo dopo 5 giorni e in quell’occasione mi diceva che era illegale viaggiate senza assicurazione e che se non mi potevano aiutare i miei familiari non vedeva perché dovevano farlo loro al Consolato. Mi informava inoltre che la polizia locale non avrebbe mai fatto nulla e perciò sarebbe stato meglio per me lasciare il paese immediatamente.

Nulla di più falso: la polizia locale stava già indagando e volevano procedere per fare giustizia, ma dal Consolato nulla è stato fatto per supportarmi realmente. Superficiali e indolenti hanno persino scelto un traduttore che conosceva a malapena la nostra lingua ed ha sbagliato molti termini cruciali per procedere contro i miei aggressori.

In un incontro con la polizia distrettuale il 13-10-2016 in cui c’era presente il segretario dell’ufficio agli affari esteri per portarmi le scuse da parte del governo Vietnamita, ho capito che non solo la Colli aveva già dimostrato di non possedere valori etici e morali ma anche una grande irresponsabilità nel discreditare in modo così vergognoso l’operato del paese che ci ospita.
Ero in shock non potevo crederci. La stessa Italia che mi aveva fatto scappare si ripeteva anche nei paesi stranieri. Non solo per giustificare le loro mancanze e il solito snobismo (perché è mia opinione che mi sia stato rifiutato qualunque forma di aiuto adeguato sulla base di pregiudizi personali) stavano anche usando gli stereotipi negativi del paese ospitante e inoltre così facendo negavano la gravita della brutalità di cui ero stata vittima. Ero disgustata da tutto ciò. Ho chiesto spiegazione all’Ambasciatrice Piccioni chiedendole di riportare dignità alla mia persona e di controllare l’operato della sua “protetta” in quanto stava mettendo a rischio i rapporti con il paese ospitante in modo così irresponsabile, ma si è rifiutata rimandandomi al Consolato come unica offerta di supporto.

Da quando ho rifiutato di farmi rappresentare dal Consolato la serie di di abusi e torture psicologiche e fisiche (in quanto non ho ancora avuto la possibilità di curarmi) è lunghissima.

Basti dire che domani saranno tre mesi dall’aggressione e io sono ancora qui.
Senza avvocato, cure o passaporto in quanto ora è all’ufficio immigrazione e non posso ritirarlo.

Ho e sto ancora cercando di denunciare i fatti all’ufficio assistenza cittadini all’estero e all’unita crisi ma si rifiutano di fare qualunque cosa per intervenire.

Da notare che dopo due mesi di agonia ho richiesto spiegazioni e aiuto all’ambasciatrice Piccioni ma ha rifiutato dicendo che avrebbe risposto solo ai suoi superiori. Le ho fatto presente il mio sospetto che i suoi superiori non fossero al corrente della verità sulla situazione corrente e chiedevo di farmi usare i telefoni della sede in quanto unico modo per assicurarci finalmente che le mie denunce venissero ascoltate dai suoi superiori inoltre mi stava costando un patrimonio chiamare il Ministero ma la signora mi faceva sapere dal suo segretario che i loro non sono telefoni pubblici.
Al mio arrivo hanno chiuso l’ambasciata e rifiutato l’ingresso.

Mi è stato detto da tante persone care, Gemi perché non vai via? Tu manchi dall’Italia da troppo tempo, cosa ti aspettavi? Sono sempre gli stessi, anzi sempre peggio. I cittadini non hanno più neanche il diritto ad un governo legittimato dai cittadini figurati se il ministero si prende la responsabilità degli errori dei loro funzionari e rappresentanti in terre straniere.

Povera sognatrice che per tre mesi è stata zitta nella speranza che lo stato Italiano mandasse la cavalleria per pulire quelle onorevoli sedi…
Mi domando solo una cosa: se mi fosse stato permesso chiamare Roma da una delle sedi consolari, la cavalleria sarebbe arrivata si o no? ….

Mi rivolgo agli amici Sardi, sono preoccupata per la mia incolumità. Le mie denunce hanno portato la situazione ad un punto di tensione diplomatica tra Italia e Vietnam. Non so cosa faranno per farmi stare zitta… certo hanno già iniziato con la solita accusa di “pazzia”, unica strategia a loro concessa per discreditare chi ha avuto il coraggio di opporsi ai loro abusi.

Io pazza sognatrice che sogna un mondo migliore vi fa sapere che quei mostri li possiamo combattere, dobbiamo solo unirci e iniziare a combattere per i nostri diritti.

Voglio un passaporto Sardo più che mai! Indipendenza subito.

Fonte: https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=10210278760439052&id=1642172053

25 replies »

  1. Anch’io come Pietro ho fatto una ricerca per sincerarmi innanzitutto che Gemiliana Assorgia esistesse davvero (ammetto la mia ignoranza perché non la conoscevo), le immagini sul suo profilo Facebook sono agghiaccianti….

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  2. cara Barbara, ho un po’ di esperienza di Vietnam. Qualche anno fa ho dovuto rivolgermi ad uno studio di avvocato di Ho Chi Minh City: un grosso e importante anziano avvocato, che mi ha messo a disposizione la sua migliore assistente (una donna di una quarantina di anni) la quale mi ha assistito in un caso difficile di carattere penale con estrema competenza e grande partecipazione umana (e alla fine non ha nemmeno voluto farsi pagare, trattandosi di un caso di intervento umanitario).
    Ho ancora i riferimenti di questi professionisti.
    Se vuoi posso mettere gli indirizzi a disposizione della tua amica.
    Dimmi come procedere.
    Cordialmente

    (by the way: complimenti per il tuo blog, che seguo sempre con grandissimo interesse)

    maurizio

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  3. scusami, Barbara: mi dici che mi hai mandato un messaggio su Facebook… Io purtroppo non uso facebook (e quindi non ne leggo i messaggi) anche se vi sono iscritto. Dovresti corteseme
    nte rimandarmelo per email. Grazie e buona giornata

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  4. Cara Barbara,
    chi ti scrive non è solamente un tuo connazionale che si vergogna del suo paese in momenti come questo, ma un tuo conterraneo Sardo di 32 anni, che ha viaggiato tanto visitando 74 paesi in giro per il mondo ed ha vissuto alcuni anni nel Sud Est Asiatico, e continua a vivere da tanti anni all’ estero senza nessun rimpianto per il suolo natio, come giustamente scrivi tu, soprattutto quando legge queste storie.
    Anzitutto volevo dirti che capisco benissimo la tua delusione, amarezza e stato d’ animo in questo momento, perchè ci sono passato pure io. Circa 5 anni fa sono stato vittima di una violentissima aggressione in Indonesia, in cui un delinquente locale senza nessuna motivazione se non l’essere strafatto di droghe e alchool, mi ha quasi ucciso (e questo era il suo intento) assieme ai suoi sgherri di fronte a centinaia di persone. Anche nella mia siutazione ti assicuro che il consolato a Bali non ha mosso un dito. Da Jakarta inizialmente avevo avuto l’ appoggio di un funzionario dell’ ambasciata, che improvvisamente, dopo aver parlato con l’ ufficio e il console a Bali, ha smesso di aiutarti e di mandarmi messaggi di supporto. Sono riuscito a restare quasi un mese, vivendo praticamente nascosto. Alla fine mi sono dovuto arrendere, perchè era diventato troppo pericoloso.
    Quando tempo fa sono tornato in Europa, due avvocati esperti di diritto internazionale raccomandati da un amico, mi hanno raccomandato calorosamente di lasciar perdere e metterci una pietra sopra. Pensa che da quell’ aggressione ho avuto un danno permanente (scoperto solamente quest’ anno) all’articolazione temporo mandibolare che mi da problemi di tanto in tanto a un condotto uditivo, tappandolo. Per la cronaca, io sono musicista di professione.
    Credimi, non sono uno che si arrende facilmente, sono estremamente determinato e tutto ciò ancora mi fa molta rabbia. Dunque hai il pieno appoggio da parte mia, mi piacerebbe poterti aiutare, anche solo umanamente, inoltre tuttora ho qualche amicizia in Vietnam, ma salvo un sostegno morale, non penso possano fare granchè. Se ti va di metto in contatto con qualcuno🙂, scrivimi su facebook.
    Vorrei aggiungere una sola cosa, queste cose putroppo possono capitare ovunque, soprattutto quando si viaggia tanto e da soli come facciamo noi; dunque se da una parte i rischi vanno sempre messi in conto, dall’ altra ciò che non dovrebbe invece accadere è la totale mancanza di sensibilità, aiuto, supporto, disponibilità (peraltro essendo pagati per questo) da parte di chi in questi casi dovrebbe intervenire, ossia l’ ambasciata/consolato Italiano.
    Per dirti alcune disavventure che mi sono capitate:
    – Tentativo di omicidio a Bali come esposto sopra
    -Rapito per poco meno di 24 ore sempre in Indonesia a Surabaya da un mafiosetto locale e i suoi sgherri
    -Aggredito, pestato e derubato lasciato sanguinante in terra a Kyiv qualche mese fa
    -Rapinato due volte con la pistola e una col coltello nelle Filippine (sempre Manila)
    -Ho perso il conto di quante volte ho rischiato di prenderle per il semplice fatto sia Italiano con i tratti mediterranei in paesi dell’ est Europa dove ho speso ormai parecchi anni della mia vita.

    Spero ti riprenda presto, psicologicamente e fisicamente, e che questa situazione assurda si risolva per il meglio, ti ammiro tanto per il coraggio e determinazione, si sa che noi sardi siamo teste dure e non ci arrendiamo ;)))

    UN caro saluto,
    Marco Scardella

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  5. Vorrei dare la mia solidarietà a Gemiliana ma non so a che serva. Spero solo che, essendo ora il suo caso di pubblico dominio, comunque siano andate le cose la Farnesina risolva davvero il suo caso. L’importante è non lasciare cadere la cosa nell’oblio.
    Felice Todde

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  6. L’ambasciata sfortunatamente è solo un “smazza carte” in molti casi… se hai bisogno di vera assistenza difficilmente la trovi. Questo non vuol dire che non ci siano ambasciate competenti ma diciamo che certe volte si fa fatica a crederci.

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