Oggi parliamo di un progetto che coinvolge le donne in uno degli aspetti più fertili del loro rapporto. Si tratta di “sororità“, un neologismo di derivazione latina (soror sta per sorella) che si riferisce al sostegno, alla convivenza e alla solidarietà tra le donne di fronte ai problemi sociali che sorgono nella società.
A credere fortemente su questo concetto, tanto da arrivare ad affermare che la sua forza potrebbe cambiare il mondo, è la fotografa Briana Gardener che, nella sua serie Her Place is in Skin, raccoglie un gruppo di donne di diverse etnie, età e corporature differenti. Queste sono invitate a posare assieme senza trucco e vestiti mettendo in mostra i propri difetti fisici e andando così a infrangere gli canoni standard di bellezza. perché la bellezza non ha un singolo colore, dimensione o forma. Posando insieme, queste donne affrontano e superano le barriere culturali che ingabbiano il concetto di bellezza, la loro forza è data dalla loro unione.
Vi lascio alle riflessioni sul caso e alla gallery, buona visione.
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Categories: Fotografia, Il fotografo della settimana
Bella sia come iniziativa che come esposizione! Grazie di avermi messo a conoscenza di questa cosa.
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Ma figurati, è per me un grande piacere arrivare alla maggiore diffusione su argomenti come questo ;)
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Sono concetti importanti e fondamentali, credo soprattutto per i giovani. Spesso sento giovanissime scontente e tristi per un fisico fuori dai “canoni”
Che pelle questi canoni!!
Dovremmo “frantumarli”.
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Eh l’adolescenza… a mio parere alcuni standard convenzionali che ti impone la società si arriva a capirli e superarli solo più tardi. Qualcuno non ci arriva mai ma quello è un altro discorso ;)
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sì, devo dire che invecchiando, una cosa fighissima c’è.
Non me ne frega più niente di tante pippe che si fa la gente e che mi facevo anch’io: lì non entro perchè ci sono i fighettini, se non sono tirata a lucido non vado in certi locali, in ristoranti fighi non mi sento all’altezza….
Ora, sarà poca cosa, ma non mi tiro mai indietro, anzi vedere la gente basita mi da grande soddisfazione.
Si, so accontentarmi….. iihhh
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Siamo molto simili secondo me :)
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Credo anch’io
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il progetto non mi spiace e lo trovo interessante oltre che stimolante ma, a mio avviso, l’Artista avrebbe dovuto fotografare codesti gruppi di Donne differenti privandole dei vestimenti intimi: mutande®giseni mi sembra tendano a smorzare la forza del femminino, peraltro involgarendo i loro corpi, se fossero nude non sarebbero più pregnanti!? mi (ti) chiedo..
r.m.
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Capisco il tuo punto di vista ma capisco anche le strumentalizzazioni negative (vista la sottocultura imperante) che un progetto del genere avrebbe comportato, quindi capisco bene l’artista. E’ peraltro un’accusa che hanno fatto anche a me in una fotografia artistica in cui mi copro un seno. Dopo anni e anni di critiche e beceraggine maschilista sui social capisco molto bene, te lo assicuro… Però certo, se fossero state nude, esteticamente parlando, sarebbe stato un lavoro di un livello superiore.
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trovo la tua posizione condivisibile ma che farci circa il “becero maschilismo!! Lo trovo volgare oltre che stupido! Coprirsi il seno se con buon gusto (te ne hai da vendere!) non credo alteri la qualità della imago ma parlo a intuito non avendo visto la foto a cui ti riferisci, per altre considerazioni le condividerei anche se il nudo vero e proprio mi sembra molto più interessante.. un saluto
r.
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In inglese esiste “sisterhood” , e allora come la vedi la parola “fraternizzare” usata per le donne?
https://lazeribaillustrata.wordpress.com/2015/04/09/come-fratelle/
https://lazeribaillustrata.wordpress.com/2019/02/14/donne-in-giro/
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:) mah… ti dirò… io non mi appiglio tanto alle parole quanto ai concetti… abbiamo una lingua che ha subito la dominanza maschile ma chi se ne frega, l’importante è che le cose cambino. Ti confesso… io non sono una femminista sfegatata, non mi piacciono gli eccessi e credo nella parità intelligente.
ps sorellizzare è brutto eh?!
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in effetti…
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