
Tawny Chatmon
“Negli Stati Uniti e all’estero, i tipi di capelli e gli stili che sono distintamente affini ai neri e alla loro cultura continuano ad essere controllati ed etichettati come non curati, indisciplinati, poco attraenti e poco professionali. Mentre celebriamo con orgoglio e adorniamo questi stili con perline, mollette e altri accessori all’interno delle nostre norme culturali, continuano a essere etichettati inaccettabili. Nelle scuole di tutto il mondo, ci sono regole stabilite che definiscono treccine, disegni da barbiere, perline sui capelli, afros, loc e stili che usano le estensioni dei capelli come “violazioni del codice di abbigliamento”. “Violazioni” che sono punibili con il ridicolo, la sospensione, l’esclusione dalle attività extracurricolari e l’espulsione. Tuttavia, nel 2019, donne e uomini di colore si trovano ad affrontare una discriminazione simile sul posto di lavoro.
Con questa serie, è mia intenzione celebrare e rafforzare la bellezza dei capelli delle persone di colore, le caratteristiche, la vita e la cultura. Questi ritratti hanno lo scopo di fungere da misura contro-narrativa e redentrice per elevare i capelli neri, la tradizione e la cultura liberandoci dagli stereotipi negativi. Un intento, da non confondere con la ricerca di convalida, ma piuttosto un’irriducibile affermazione della bellezza nera.
Gli abiti e gli abiti dipinti sono direttamente ispirati dalle splendide e amatissime opere del pittore austriaco Gustav Klimt, durante il suo periodo aureo…”
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Categorie:Curiosity killed the blogger, OperArt
E’ vero la faccenda della discriminazione tricotica, però direi che finché una pettinatura blackxploitation riesce a passare per la porta nessun problema.
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Eh!!!
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