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Memorie critiche – Contrasti socio-antropologici – Il Paese [2]

Photo by Harrison Haines

Photo Credits: Harrison Haines (Instagram)

SECONDO CAPITOLO – Contrasti socio-antropologici – Il Paese

Già allora, comunque, il già citato destino mi teneva a debita distanza dalla piccola cittadina. Aveva infatti deciso di piazzarmi nelle vicine campagne, laddove si era formato un piccolo nucleo ribelle che andava fiero della propria identità difforme. Si erano formate due fazioni opposte: i poveri sfigati che vivevano in campagna e si occupavano prevalentemente della terra, e i fighetti paesani che speculavano sul turismo. I primi esaltavano i principi e la vita vera che la campagna donava loro quotidianamente, gli altri se la tiravano esibendo con fierezza le loro origini urbane che New York gli faceva un baffo.
Questo tipo di competizione non era inusuale (e non lo è tutt’oggi) ed era solita nascere fra tutti i paesi limitrofi: uno era troppo retrogrado, uno troppo isolato, uno troppo snob, uno carente di figa… E viceversa per gli altri. Insomma il solito tutti contro tutti, niente di nuovo sotto il sole (ormai troppo torrido) sotto cui abbrustolisce da secoli il genere umano.

Il paese si manteneva pulito, si farciva di opere (perlopiù sacre), si animava di eventi e concerti importanti. Le signore imbellettate facevano le loro passerelle in chiesa, nella piazza del paese e nelle processioni delle feste (sempre sacre) che tempestavano il ricco calendario di eventi mondani. I giovani rampanti, coi folti capelli al vento, sfrecciavano per le strade con le loro decapottabili fiammanti ricevendo il plauso dell’intera comunità, in special modo di quella femminile. Si fermavano nei locali più alla moda sfoggiando capi firmati e sorrisi scintillanti.
L’unico cinema mai esistito era all’aperto e si ergeva fiero al centro del paese. Proiettava da giugno a settembre facendo stragi di amori durati a malapena una stagione turistica.
Altro evento immancabile era l’arrivo delle giostre che, un paio di volte l’anno, animavano le periferie del paese coi loro disco volanti, il tiro al bersaglio e gli immancabili punch ball. Intorno all’autoscontro, in particolare, si raccoglievano gruppi di adolescenti in preda agli ormoni che duellavano per le ragazzette più gettonate del paese.

Per la festa più importante, che si teneva a maggio, le strade si riempivano di banderine e le persone tiravano fuori ori e merletti. Sfilavano orgogliosi in processione indossando l'”abito della festa”, o comprandolo ogni anno per l’occasione. Completavano il rituale prenotando uno dei tavoli migliori della “piazza dei balli” ove si tenevano danze tradizionali, gare di poesie cantate e concerti di artisti di fama nazionale. Nessuno di clamorosamente famoso ma, in quel minuscolo contesto, era un evento di esagerato clamore per la cittadina e i paesi limitrofi, le cui genti accorrevano copiose. E passavano per la piazza centrale. Tutti vi passavano prima o poi. Anche gli “sfigati” della campagna. La differenza è che loro ci passavano e basta.

Continua…

Photo Credits: Harrison Haines (Instagram)

INDICE:

[Raccolgo e rielaboro storie di vita e/o episodi tortuosi/virtuosi. Qualsiasi cosa ecciti la mia vena narrativa.]

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