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QUARTO CAPITOLO – Prime crisi mistiche
La chiesa cadeva a pezzi, che i ragazzini si divertivano a barattare. Si trattava di piccole piastrine quadrate che probabilmente facevano parte di un mosaico e cadevano dal tetto. Venivano usate in un gioco che somigliava a quello delle biglie. E poiché a un certo punto finirono di cadere miracolosamente dal cielo e divennero rare, acquisirono un altissimo potere di scambio nel baratto con merendine e altri generi di pertinenza infantile.
Una simil chiesa era stata ricavata da un ex circolo parrocchiale. Per ovvie ragioni risultava piuttosto spartana e poteva contenere un numero limitato di fedeli. Però fece il suo onesto lavoro ospitando recite natalizie, riunioni e la messa quotidiana per tanti anni.
Nella piccola borgata, il fulcro della comunità era la chiesa. La mia famiglia, composta da un ateo convinto e una credente non praticante, mi ci mandava per questo motivo. Tutti i bambini ci andavano, per cui ci andavo anch’io. Feci persino la chierichetta ma, dopo qualche giorno di prova e i conseguenti imprevisti nel regolare svolgimento della messa, videro bene di prendere qualcuno più scaltro.
Io, al tempo, non sapevo se crederci o meno. A Dio intendo. Da una parte sentivo discorsi estremamente razionali che ne escludevano l’esistenza, dall’altro i nonni materni mi facevano recitare a memoria tutto l’abbecedario delle preghiere. Prima di dormire e nei tempi smorti. Comunque, vista l’enorme mole di messe a cui ho assistito in quel periodo, ne ricordo ancora a memoria tutte le parti ricorrenti. Me ne rendo conto, terrorizzata, ogni volta che capita di dovervi assistere.
I dubbi veri sono arrivati nella fanciullezza, risolti poi in adolescenza con l’aiuto della filosofia. Da come parlo credo sia chiaro cosa intenda per risolti. Diciamo che arrivai tentennante alla cresima che feci come tutti gli altri della mia età. Mi rimpinzai di braccialetti, collier e orecchini d’oro giallo che, per fortuna, non fui mai obbligata a indossare e che, più tardi, vendetti per ricavare qualche soldo da investire in viaggi, cene e altre attività di immorale natura. Andammo tutti in ristorante, mi feci fare la festa e poi non rimisi mai più piede in una chiesa se non per matrimoni e affini, e dove fosse espressamente richiesto. Se no stavo fuori.
Mi sento stronza perché il prete di allora non lo meritava, ci aveva fatto viaggiare, ci aveva in qualche modo cresciuti. Ogni domenica passava per le strade dissestate, qualsiasi tempo facesse, per portarci in chiesa. Ci prendeva e ci riportava. Nonostante ci imponesse dei moniti morali, a posteriori devo ammettere che non ci fece male, eravamo selvaggi e avevamo bisogno di guide cagacazzi.
Nonostante questo, a quel punto delle cose, io non ero più disposta a condividere con degli sconosciuti quella tiritera implorante che chiedeva la grazia a un essere invisibile a cui non credevo. Comunque non posso dire di non averci provato. O che gli altri non lo abbiano fatto.
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INDICE:
- 1. L’atterraggio dei Venusiani
- 2. Contrasti socio-antropologici – Il Paese
- 3. Contrasti socio-antropologici – La Campagna
- 4. Prime crisi mistiche (tu sei qui)
- 5. Giochi illeciti
- 6. Scoperte proibite
- 7. Rivelazioni esistenziali: la morte
- 8. La rivincita della Natura
- 9. Prove di sopravvivenza
- 10. Il diverso
- 11. Gerarchie
- 12. Cuori infranti
- 13. Miti e leggende: Maria Barranca
- 14. Nonne ninja e altre supereroine
- 15. Il dialetto perduto
[Raccolgo e rielaboro storie di vita e/o episodi tortuosi/virtuosi. Qualsiasi cosa ecciti la mia vena narrativa.]
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