
Photo Credits: Yan Krukau
DECIMO CAPITOLO – Il diverso
Le vittime di bullismo non erano reclutate fra i bambini dei ceti più poveri, nonostante questi fossero bersagli facili viste le condizioni in cui venivano mandati a scuola. Il fatto che puzzassero di sporcizia stantia era motivato dal fatto che, come ci avevano spiegato gli adulti, nelle loro case non avevano l’acqua. Per fare i bisogni, erano costretti a usare la campagna e la doccia per loro era un evento rarissimo, sempre che la facessero davvero. Le loro scarpe erano spesso bucate, i vestiti lisi e sgualciti. Oltre a presentarsi con una tristezza innata che gli leggevi negli occhi, erano educati e gentili, apparivano impauriti dal resto della società. A posteriori credo si sentissero insicuri anche perché non conoscevano bene la lingua, il loro italiano era stentato per far posto a fonemi e idiomi dialettali, gli unici che avevano udito fin dalla nascita dato che in casa si parlava solo la “lingua del volgo”.
Per loro esisteva una sorta di rispetto, un atto di non belligeranza dovuto a quel briciolo di umanità pur presente nei piccoli ominidi. Non si lamentavano neanche della puzza, la tolleravano impavidamente.
Quelli che attiravano le menti spietate dei bulli erano, piuttosto, coloro che avevano qualcosa fuori posto dal punto di vista fisico e/o psicologico. Fra i primi rientravano i grassi, i bassi, gli spilungoni, i lentigginosi, i bagonchi *, gli zoppi e tutti quelli il cui corpo in qualche modo non si uniformasse al rigido standard vitruviano. Fra i secondi, invece, si enumeravano i poco svegli, gli iperattivi, i possessori di tic, gli isterici, i piagnucoloni e tutti quelli le cui capacità cognitive non consentissero loro una piena comprensione delle cose. Non bambini con gravi e conclamati deficit cognitivi, anche loro “categoria protetta”, bensì quelli mediamente dotati, in poche parole gli stupidi, o che si presentavano come tali.
Pregiudizi e discriminazioni erano dunque all’ordine del giorno in quella piccola comunità di spietati infanti a cui non era ancora stato inculcato il finto buonismo del politicamente corretto. Il diverso era diverso, punto e basta.
* bagonchi: in dialetto sardo sono individui con la testa molto grande.
Photo Credits: Yan Krukau
INDICE:
- 1. L’atterraggio dei Venusiani
- 2. Contrasti socio-antropologici – Il Paese
- 3. Contrasti socio-antropologici – La Campagna
- 4. Prime crisi mistiche
- 5. Giochi illeciti
- 6. Scoperte proibite
- 7. Rivelazioni esistenziali: la morte
- 8. La rivincita della Natura
- 9. Prove di sopravvivenza
- 10. Il diverso (tu sei qui)
- 11. Gerarchie
- 12. Cuori infranti
- 13. Miti e leggende: Maria Barranca
- 14. Nonne ninja e altre supereroine
- 15. Il dialetto perduto
[Raccolgo e rielaboro storie di vita e/o episodi tortuosi/virtuosi. Qualsiasi cosa ecciti la mia vena narrativa.]
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