Appunti di viaggio

Note da Berchidda 2013 – Buon Ferragosto Jazz!

15/08/2013
La mattina trascorre veloce fra caricamenti di video su youtube, scrittura e social network, in poche parole quelle (terribili) incombenze che una blogger come ci si aspetti deve necessariamente assolvere. D’altronde la bicicletta l’ho voluta, il problema è che, a furia di pedalare a forza di campari e prosecco, il mio mezzo a due ruote diventa terribilmente pericoloso per il mio fegato. Infatti quest’anno la mia postazione di lavoro si è localizzata al bar da Tonino che ha messo provvidenzialmente a disposizione un’adsl aperta, per cui sono costretta a stare al bar, e al bar si consuma come diceva il vecchio saggio. Quindi, superata la fascia temporale della colazione e aggrediti quei tre o quattro cappuccini, sono costretta a malincuore ad ordinare le prime biciclette, in attesa che mi raggiungano gli amici con cui si è deciso di mangiare assieme. Gli orari berchiddesi in queste giornate del festival sono però assai dilatati, per cui faccio in tempo a caricare i video, scrivere l’articolo e pure un trattato sul jazz ed il suo complesso ed imprescindibile legame con l’alcol. Che ci siano delle ragioni metafisiche, una predisposizione dell’animo umano verso la becera tendenza al vizio se solleticato dal jazz, fatto sta che le due cose hanno dei sicuri legami. Prova di questo è, ad esempio, la richiesta di Mauro Ottolini che, a fargli compagnia sul palco nel concerto di stasera, oltre ad una folta schiera di musicisti, ha espresso il desiderio di avere una damigiana di vino. Credo che apprezzi particolarmente il vermentino, come poi ha avuto modo di dimostrare. Una damigiana no, ma diverse bottiglie sono state allungate sul palco dallo stesso Fresu, tutte accompagnate da bicchieri in carta con cui veniva distribuito ai diversi musicisti fra cui il “nostro” Gavino Murgia che da buon sardo sembrava apprezzare particolarmente. Il fondino della bottiglia poi veniva scolato “a bruncu” dall’esplosivo Ottolini, la trottolina impazzita, il carisma in persona, dinamite pura.

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Ma andiamo in ordine. Il pranzo di ferragosto in ottima compagnia mi ha permesso di conoscere altri componenti della Funky Jazz Orchestra, di approfondire i pettegolezzi paesani e di rammaricarmi per essermi persa il matrimonio di Domenico e Stefania questa primavera, il famoso matrimonio berchiddese che dura una settimana e che ho avuto modo di descrivere abbondantemente l’anno scorso. Che cosa mi sono persa? Pranzi prelibati, improvvisate a casa degli sposi, serenate con culi all’aria, trenini con scivolate a faccia a terra, la spina del campari chiusa a doppia mandata, liquori a fiumi. Che poi, a ben pensarci, non so se ce l’avrei fatta. Mi bastano due giorni a Berchidda per mettere a repentaglio il mio equilibrio psico-fisico, figuriamoci una settimana. Ma ci avrei provato, questo sì. Purtroppo, nonostante abbia tentato di esserci, diverse ragioni me lo hanno impedito.

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Il pranzo si protrae nel pomeriggio e richiede una pausa di riflessione (a letto). Poi doccia e raggiungo gli altri in piazzetta. Oggi mi raggiungono anche degli amici da Olbia, beviamo qualcosa ed attendiamo lo spettacolo finale. Non faccio in tempo a rendermi conto di essere ancora in me, quando spuntano le maglie rosse della Banda musicale Demuro ed invadono le strade del paese. Fra loro anche alcuni componenti della Funky Jazz Orchestra. Poi, mentre seguo la baraonda musicale, la Banda si trasforma nella Funky, in realtà si formano due gruppi, non si capisce benissimo. Il “vecchio” che si trasforma nel “nuovo”, la “tradizione” che si mischia con la novità, l’apertura a nuovi stili.

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Il tutto culmina con lo spettacolo finale sul palco della Piazza del Popolo aperta a tutti. A chiudere il festival i Sousaphonix capitanati da Mauro Ottolini. L’atmosfera è magica, i musicisti favolosi e il loro assortimento davvero perfetto. Le voci delle bravissime Vanessa Tagliabue Yorke e Stephanie Ocean Ghizzoni accarezzano il cielo della calda serata berchiddese, mentre le folte basette bianche ed allungate di Vincenzo Vasi vengono sballottate a ritmo fra i gorgheggi dei suoi giocattolini umanizzati. Sul palco una bella varietà di strumenti: sax e clarinetti di Guido Bombardieri e Dan Kinzelman, la cornetta di Paolo Degiuli, il contrabbasso di Danilo Gallo, il banjo, la chitarra ed il podofono di Enrico Terragnoli, la batteria di Zeno De Rossi, la viola e il dobro di Paolo Botti, il piano di Franz Bazzani, trombe, tromboni e trombette… E special guest il sax del fantastico Gavino Murgia. Ma la festa non finisce qui perché, fra coriandoli in aria e un’allegria contagiosa, ecco fare il suo ingresso sul palco la Funky Jazz Orchestra diretta da Antonio Meloni. Sale sul palco anche Paolo Fresu con la sua inseparabile tromba che contribuisce all’abbuffata di buon jazz che sembra non avere fine in questa (ennesima) avventura berchiddese.
Insomma Berchidda non mi delude mai, la zuppa berchiddese mancata anche quest’anno. Sarà per l’anno prossimo…

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Mauro Ottolini & i Sousaphonix

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