Cagliari, 15 aprile 2016
Terza giornata di festival qui a Cagliari. Il sole splende e così pure Skepto con il suo ricco programma di incontri e proiezioni. Causa lavoro, non posso partecipare ai quotidiani “Aperitivi Cinematografici” in cui i registi discutono di cinema, si confrontano, tirano fuori idee e le sviluppano insieme come sta succedendo a Matt Willis-Jones, nome piuttosto noto a Skepto, e Nicola Piovesan, filmmaker di cui vi ho parlato nella prima parte di questo resoconto giornaliero. Chissà che l’anno prossimo non ci sorprendano con un lavoro insieme. Da Matt, del quale ho già avuto modo di mostrarvi i lavori, mi aspetto qualsiasi cosa.
Ma passiamo agli appuntamenti di oggi. Prima di tutto un incontro molto interessante a cui ho partecipato alle 19 all’Hostel Marina. Si parlava di opportunità di lavoro nel mondo per i filmmaker con Antonella Perillo che di mestiere fa l’agente dei registi, cioè colei che li promuove e procaccia loro lavoro. Ad intervistarla in un vivace dibattito è Alessandro Ippolito, giornalista e autore televisivo, anch’egli pioniere di Skepto e facente parte della giuria. Il dibattito verte sul compenso che un filmmaker percepisce (o dovrebbe percepire) e sull’inefficacia, sia per sé sia per l’intero sistema, di svendere il proprio lavoro. Antonella continua descrivendo i meccanismi che ruotano attorno a questo mondo fatto di agenzie pubblicitarie, case di produzione e ovviamente registi di ogni tipo e costo. Al dibattito partecipa anche il pubblico composto in larga parte da addetti ai lavori.
Il tempo vola e, dopo un’ora circa, giunge il consueto riposo nell’agorà dell’Hostel Marina.
Oggi, giusto per gradire, assaggio il tonno alla carlofortina del già citato chef Luigi Pomata che, per tutta la durata del festival, offre le sue pietanze a prezzi popolari al popolo di Skepto.
Alle 21, come di consueto, raggiungo l’Auditorium Comunale per seguire le mie prime proiezioni della giornata. Il primo blocco, dedicato alla finale Best Short, fa partire l’instancabile giostra. La prima tappa mi sputa fuori in Turchia con “A short film about Wong Kar Wai” (20′ Grecia, Turchia), un corto surreale che vede protagonisti un ragazzo e il suo spacciatore di film di Wong Kar Wai, di cui il primo diventa dipendente.
Non faccio in tempo ad ambientarmi nelle singolari atmosfere turche che mi ritrovo in Inghilterra col simpatico “How I didn’t become a piano player” (18′ Regno Unito) realizzato dal filmmaker italiano Tommaso Pitta. Il video narra degli inutili tentativi di un bambino di imparare a suonare il pianoforte, in realtà di imparare qualsiasi cosa. Un corto divertente e autoironico che entusiasma il pubblico dell’Auditorium con la sua leggerezza.
Segue “Love” (14′ Francia, Ungheria), un’animazione che rappresenta l’amore attraverso l’utilizzo di concetti universali, simbologie e riferimenti. Le immagini mostrano un pianeta popolato da specie primigenie e grossi barbapapà che si fondono, si separano e interagiscono nella creazione di atmosfere oniriche non prive di un certo humor.
Finisce la prima sessione “Ludi Florales” (5′ Italia) dell’italiano Alessandro Bavari, un omaggio alla Natura di 5 minuti in cui si alternano stop motion di fiori sboccianti e altri giochi floreali ispirati ai Ludi Florales, le feste pagane dell’antica religione romana in onore della dea Flora.
Alle 22:30, dopo una breve pausa, passiamo allo Skeptyricon, sezione molto gettonata del festival dedicata al satirico, grottesco e oltre. Insomma il cosiddetto disturbing che piace tanto a questo blog.
I corti presenti sono tanti, mi limiterò a quelli che hanno colpito maggiormente la mia attenzione.
Ad aprire le danze è “Klementhro” (4′ Canada, Regno Unito), un corto minimale che colpisce per il suo dolce sarcasmo. Segue “Dinner for few” (10′ Grecia, USA) in cui una tavolata di loschi individui dalle noncelate parvenze suine si abbuffa all’infinito in una dissacrante reincarnazione felina.
Un corto che ho trovato molto molto fico, scusate lo slang ma non avrei saputo come dirlo meglio, è “Selfdestructive Robot” (3′ Norvegia), tre minuti di autodistruzioni e trasformazioni robotiche che non lasciano il tempo di riprendere fiato dal turbinio veloce di metamorfosi meccaniche.
A rimanere impresso è anche “Manoman” (11, Regno Unito), un mondo surreale e grottesco popolato da bambolotti psyco con alter ego manifesti e inquietanti. Un viaggio nei meandri delle oscurità della mente umana che non lascia di certo indifferenti.
Da citare anche il brevissimo ma intenso “A tricky treat” (3′ USA) che narra la simpatica abitudine di una famiglia che, per Halloween, si riunisce per realizzare la sua testa di zucca. Peccato che il capo in questione non sia realizzato col famoso ortaggio bensì con teste umane che vengono tagliate dal gambo, svuotate e modellate all’uopo. Il tutto innaffiato da grida di entusiasmo dei bambini presenti e ovviamente partecipanti.
A far lacrimare il cuore è invece “Hipopotamy” (12′ Polonia), animazione che mostra una dimensione marina in cui uomini e donne si scontrano con violenza in una cinica esaltazione di passioni istintive. Da una parte le donne legate al concetto di maternità, dall’altra gli uomini a quello delle pulsioni sessuali. Il risultato è una visione cruda e appiattente dell’animo umano che fa riflettere e pone delle profonde interrogazioni.
Simpatico e leggero, seppur cattivo quanto basta, è “Escargore” (5′ Nuova Zelanda) che racconta le infauste avventure animate di un gruppo di lumache che finisce nell’incubo di una ordinaria cucina e viene lentamente decimato dalle sue “trappole elettrodomestiche“.
Raccoglie l’entusiasmo del pubblico anche “Mute” (4′ Paesi Bassi), un’animazione che vede degli esseri privi di bocca che tentano inutilmente di parlare fino all’epilogo felice in cui, per caso, trovano una efficace, seppure splatter, soluzione.
Ultimo della lista, ma non in ordine di importanza, è il magico corto trash “Supersesso 70” (3′ Italia) realizzato dal già più volte citato Nicola Piovesan. Si tratta di un promo diretto da Nick Stantuffo che pubblicizza un film erotico anni 70. In tre intensi minuti si alternano icone del genere in una fantastica celebrazione dei cosiddetti “Film di serie B“.
Bene, anche per oggi è giunto il momento di abbandonare la sala e far riposare le membra. Ne riparliamo domani, sempre di grinta, fra le tiepide atmosfere del quartiere della Marina che, in modo assolutamente “responsivo”, sta accogliendo questa scoppiettante edizione del festival. Per chi non lo sapesse, domani è la giornata finale in cui i voti della giuria e del popolo di Skepto decreteranno i vincitori di questa maratona nel “cinema corto”. Inutile raccomandarvi di non mancare vero?
Ps vi ricordo che il voto degli spettatori è importante e che potete votare scaricando la app per Android oppure comodamente sul sito di Skepto.
Stay Skepted!
Le altre giornate di Skepto 2016:
Skepto 2016 – Cronache da un Film Festival [part 1]
Skepto 2016 – Cronache da un Film Festival [part 2]
Skepto 2016 – Cronache da un Film Festival [part 3] (tu sei qui!)
Skepto 2016 – Cronache da un Film Festival [part 4]
Per saperne di più:
Skepto – International Film Festival – Sito web | Facebook
Categories: Racconti, Scorci urbani, Tendenze ed eventi